Ammazzò la mamma con 32 coltellate: incapace al momento del fatto, assolto
Assolto per difetto di imputabilità: questa la decisione della Corte d’Assise di Cosenza su Paolo Emilio Sisci, 35enne accusato di aver ucciso con 32 coltellate, circa tre anni fa, la madre Filomena Silvestri, all’epoca 65enne.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’omicidio si consumò la mattina del 27 maggio del 2021 a casa della vittima, in via Pellegrini Reginaldo, nel centro di Castrovillari, al termine di una lite tra madre e figlio (QUI).
Ieri, dunque, i giudici hanno accolto la tesi sostenuta dall’avvocato dell’imputato, Roberto Laghi, che puntava ad evidenziare l’assoluta incapacità di intendere e di volere di Sisci al momento del delitto.
Sulla vicenda sono stati diversi gli accertamenti tecnici per cercare di risalire alla verità dei fatti. Ad esempio l’accertamento cadaverico e la perizia autoptica disposta dal pm, poi quello sulle capacità di intendere e di volere del 35enne (QUI).
L’accusa, rappresentata dal pm Valentina Draetta, nell'immediatezza aveva chiesto al Gip della città del Polline che, con incidente probatorio, venisse accertata la capacità dell’uomo al momento del matricidio.
La difesa, da parte sua, ha fatto ricorso ad un collegio di esperti composto dal docente di criminologia e neurologo Stefano Ferracudi; dallo psichiatra Michele di Nunzio; e dalla psicologa giuridica e testologa Roberta Costantini.
Il Giudice ha invece incaricato come perito il primario di psichiatria dell'Ospedale di Cosenza, Paolo Emilio De Pasquali, che nella sua relazione ha evidenziato che, con un’opportuna terapia farmacologica e psicologica, la pericolosità sociale di Sisci potrà essere tenuta sotto controllo, tanto che lo stesso non avrebbe alcuna necessità di soggiornare in una Rems.
La difesa di Sisci, dopo la lettura del dispositivo, si è detta soddisfatta per l’assoluzione dell’imputato, ribadendo come la tragedia di quel maggio 2021, abbia sconvolto l’intero territorio e che sia “stata causata da uno stato patologico. Paolo Emilio Sisci - ha precisato l’avvocato Laghi - è un malato che deve essere curato, piuttosto che punito. È la prima vittima della sua patologia. Esistono tutte le condizioni affinché Paolo Emilio possa tornare presto libero, sottoposto periodicamente a controlli da parte delle strutture presenti sul territorio”.