Agricoltori, Scarcella (Noi Moderati): “C’è in gioco la loro dignità”
"C’è in gioco la dignità degli agricoltori. La politica sembra aver dimenticato che dietro il lavoro ci sono famiglie con tutte le loro difficoltà. I malcontenti nascono da una serie di riforme europee che sembrano esclusivamente mirate alla transizione verso l’energia pulita, senza tener conto di tutto il contesto". Questo il commento di Cetty Scarcella, dirigente provinciale del partito Noi Moderati.
"In particolare, le nuove regole comunitarie impongono agli agricoltori di mantenere il 4% dei terreni incolti sopra i 10 ettari, una mossa che ha suscitato preoccupazioni tra i coltivatori di grano e mais" spiega. "Mentre la manodopera non si trova, si vogliono introdurre carni sintetiche e farine di insetti, i mutui aumentano, i produttori sono oberati da tasse e cartelle esattoriali per dei servizi non forniti, si decide a tavolino di ridurre l’utilizzo di input chimici producendo di meno e paradossalmente inquinando di più, l’estremismo ambientalista la fa da padrone portando a un danno ambientale maggiore e un baratro economico per un intero settore".
"Bisognerebbe mitigare le scelte ecologiste comunitarie e superare la miopia politica europea che vuole fare di tutta l’erba un fascio con una revisione del Green deal europeo. L’Europa non può e non deve imporre regole uguali per tutti perché differenti produzioni in differenti superfici, necessitano di differenti esigenze" afferma. "L’Europa dovrebbe anzi tutelare la specificità e la particolarità dei suoi territori. È necessaria una tutela a 360 gradi perché l’agricoltura è il cuore pulsante di questa terra. È necessario istituire un tavolo tecnico di veri agricoltori, perché per scrivere le leggi bisogna prima conoscere approfonditamente il tema".
"Si chiedono maggiori tutele dagli eventi climatici estremi, dal caro energia, dalle epidemie e dalla concorrenza sleale del resto del mondo, di «contenere la fauna selvatica» e rispondere «direttamente» dei danni che questa causa, e di vietare l’importazione di prodotti agricoli da paesi con standard produttivi e sanitari meno rigidi rispetto a quelli italiani ed europei, riducendo così la concorrenza" ribadisce in conclusione.