Di Giacomo (Spp): suicidio agente penitenziario a Cosenza, salgono a 10 negli ultimi due anni
“Il tragico gesto dell’assistente capo coordinatore del corpo di polizia penitenziaria, di 57 anni, padre di due figli, in servizio a Cosenza, ci lascia sgomenti e rinnova la nostra attenzione e il nostro impegno sull’aumento esponenziale dei decessi (nella stragrande parte dei casi per malore improvviso) che si registra da tempo tra gli operatori della polizia di Stato (tutti i Corpi) del quale, stranamente, non esistono statistiche ufficiali".
E' quanto comunica Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria.
"Solo tra il personale penitenziario i suicidi negli ultimi due anni sono stati 9 (a cui aggiungere quello del collega di Cosenza; 5 nel 2023 e 4 nel 2022) ed oltre ai suicidi, negli ultimi 13 mesi abbiamo avuto 41 poliziotti penitenziari che sono morti di malore improvviso, con un aumento del 200% rispetto alla media degli anni pre-pandemia, e anche se non esiste una statistica interna o dell’Istat, questi dati ci preoccupano molto come allarmano le famiglie del personale", sottolinea.
"Tra polizia e polizia penitenziaria i dati mostrano che c’è qualcosa che non va e messi insieme descrivono una situazione molto simile. I dati ufficiali più aggiornati risalgono al 2022. 72 suicidi, così suddivisi: 16 nei Carabinieri; 8 nella Guardia di finanza; 3 dell’Esercito; 4 della Polizia penitenziaria; 24 della Polizia di Stato; 8 della Polizia locale; 5 Guardie giurate; 2 Vigili del fuoco; 2 dell’Aeronautica militare e marina. Nel corso del 2021 sono stati catalogati 57 suicidi, nel 2020 erano 51", fa sapere.
"In effetti, il suicidio è così diffuso in queste professioni che il numero di agenti di polizia morti per suicidio è più del triplo rispetto a quelli feriti a morte nell'esercizio delle loro funzioni. Una forte componente è connessa allo stress psico-fisico in moltissimi suicidi. E tra le molteplici cause, emerge proprio lo stress intenso cui le forze dell’ordine sono esposte quotidianamente, specie nelle carceri dove il personale solo nell’ultimo quadrimestre 2023 ha subito 514 aggressioni per un totale di oltre 1.800 in tutto l’anno", precisa il segretario.
"In Italia abbiamo delle grandi difficoltà, primo fra tutte non si indaga. Noi abbiamo chiesto di avere chiarezza su queste morti, perché è giusto che venga data una risposta in tempi rapidi, anche perché se si continua così a nascondere sempre il problema, tutte queste morti non avranno mai una risposta. È una situazione intollerabile”, conclude Di Giacomo.