Il Tribunale di Cosenza rigetta incandidabilità del sindaco di Rende Marcello Manna
Per il Tribunale di Cosenza non vi è riscontro di condotte specifiche di Manna che abbiano concorso allo scioglimento del consiglio comunale per cui ha rigettao la domanda diretta ad ottenere la dichiarazione di incandidabilità del sindaco di Rendo: è questo il dispositivo del provvedimento emesso sul ricorso promosso dal Ministero dell’Interno, rappresentato dall’Avvocatura distrettuale dello Stato di Catanzaro.
In pratica l’accoglimento del ricorso del Ministero avrebbe impedito a Manna di presentarsi alle elezioni per la Camera dei deputati, per il Senato della Repubblica e per il Parlamento europeo nonché a quelle regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali, in relazione ai due turni elettorali successivi allo scioglimento del Comune di Rende.
Manna si è costituto nel relativo giudizio, col patrocinio dell’avvocato amministrativista Giuseppe Carratelli, contestando tutte le accuse mosse dagli organi ministeriali, depositando una copiosa documentazione volta a dimostrare che l’azione amministrava della giunta da lui guidata ha avuto come obiettivo primario "la tutela del territorio e dei cittadini del Comune di Rende, nel pieno rispetto della legalità".
Il Tribunale di Cosenza ha effettivamente sposato la linea difensiva di Manna, "evidenziando - come viene spiegato - l’assenza di condotte idonee a far presumere un asservimento del Comune di Rende alle pressioni della criminalità organizzata, su tutti i punti esposti nella relazione prefettizia da cui è scaturito lo scioglimento del predetto ente locale".
Nei prossimi mesi verrà discusso, al TAR del Lazio, il ricorso promosso da Manna ed altri amministratori del Comune di Rende avverso lo scioglimento disposto dal Presidente della Repubblica su impulso dei vari organi del Ministero dell’interno.