Quella transazione non s’aveva da fare: manager ospedalieri dovranno restituire 5 milioni
Due ex manager dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, oggi Renato-Dulbecco, si sono visti notificare un sequestro cautelativo, fino alla concorrenza di oltre cinque milioni di euro, per un presunto e rilevante danno erariale patito dalla stessa azienda sanitario a seguito di un accordo transattivo, ritenuto anomalo, e stipulato con la clinica privata Villa Sant’Anna spa.
La misura - che ha attinto l'ex Direttore Generale della Pugliese Ciaccio e attuale dirigente dell'area legale della Dulbecco, Helga Rizzo, di 53 anni, e l'ex Direttore Amministrativo Vittorio Prejanò, di 67 anni, oggi in pensione - è stata eseguita stamani dalle fiamme gialle del capoluogo con la collaborazione dei colleghi di Roma, e di ufficiali giudiziari dell’Ufficio Notificazioni Esecuzioni e Protesti.
A richiederla è stata la Procura Regionale presso la Corte dei Conti per la Calabria, guidata dal Presidente Romeo Ermenegildo Palma, ed accordata dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della stessa Corte.
Secondo quanto contestato dal sostituto procuratore generale Gianpiero Madeo, sulla base delle indagini della Guardia di Finanza, l’Azienda Ospedaliera vantava cospicui crediti nei confronti della casa di cura a seguito della cessione di sangue e di prodotti emoderivati e quindi aveva avviato nei suoi confronti due distinte procedure esecutive ottenendo i relativi decreti ingiuntivi, opposti da Villa Sant’Anna con l’instaurazione di due paralleli contenziosi civili.
Tuttavia, nonostante una prima pronuncia a favore della Pugliese-Ciaccio, il management di quest’ultima, nel 2014, avrebbe deciso di stipulare un accordo transattivo con l’impresa debitrice, così da dirimere le controversie pendenti.
Le parti, dunque, si erano accordate per chiudere i contenziosi con Villa Sant’Anna che avrebbe dovuto pagare una cifra assai ridotta rispetto a quella pretesa e in gran parte già riconosciuta come dovuta dal giudice civile: cosa questa che avrebbe procurato un danno erariale che super i cinque milioni di euro.
Secondo l’invito a dedurre notificato dalla Procura contabile ai due dirigenti, l’attività amministrativa sarebbe stata realizzata con l’approvazione di atti ritenuti illegittimi in quanto non formalizzati e non iscritti a bilancio dell’Azienda Ospedaliera, “ed emessi in violazione degli ordinari procedimenti previsti dalla legge per la conclusione delle transazioni e, in definitiva, avrebbe consentito all’impresa privata di ottenere un vantaggio assolutamente immotivato e irragionevole”, affermano gli investigatori.