Cariati. Finì anche in carcere per maltrattamenti all’ex moglie, prosciolto
È stato definitivamente prosciolto un 40enne originario di Cariati, nel cosentino, accusato di maltrattamenti aggravati nei confronti dell’ex moglie.
Così ha stabilito il Tribunale di Castrovillari a seguito di un lungo processo penale iniziato nel 2020 dopo le denunce-querele sporte dalla coniuge che, all’epoca, avevano comportato per l’uomo anche l’applicazione delle misure cautelari del divieto di avvicinamento e degli arresti domiciliari, successivamente aggravati con l’applicazione della custodia in carcere.
I fatti contestati risalgono agli inizi del 2020 quando, di fronte all’ennesima minaccia, la donna decise di rivolgersi ai Carabinieri facendo loro ascoltare anche i messaggi audio ricevuti dall’ex; in quella sede la vittima iniziò a raccontare tutti gli episodi di aggressioni verbali e fisiche subite nel corso di diversi anni di convivenza e che in alcune occasioni avrebbero messo a rischio la sua vita.
Da qui la decisione del Gip di applicare il divieto di avvicinamento ma, proprio quando i Carabinieri stavano notificando il provvedimento all’indagato, quest’ultimo avrebbe contattato nuovamente la ex - che in quel momento si trovava proprio nella caserma dell’Arma per denunciare altri maltrattamenti - minacciandola di morte in presenza degli stessi militari.
A n seguito di questo episodio, l’uomo fu sottoposto ai domiciliari, successivamente revocatigli su istanza della sua difesa. Agli inizi del 2021, il 40enne avrebbe però ripreso a minacciare la vittima che, per provare queste condotte avrebbe nuovamente registrato sia le telefonate sia i messaggi ricevuti; immediata la decisione del giudice di disporre l’applicazione della detenzione in carcere come unica e sola misura tesa ad evitare che potesse farle del male dato che, dagli elementi raccolti, sarebbe emersa anche la volontà di ucciderla.
La misura venne poi revocata in seguito ad istanza della difesa, nonostante il parere contrario della Procura della Repubblica, mentre nel frattempo ebbe inizio il processo.
Concluse le escussioni di tutti i testi indicati dalle parti, il legale del 40enne, l’avvocato Raffaele Meles, ha evidenziato nella propria arringa diverse contraddizioni e sostenuto un’asserita scarsa attendibilità delle dichiarazioni della donna, facendo poi rilevare che la sporadicità degli episodi denunciati dalla persona offesa non potesse integrare la fattispecie dei maltrattamenti, ma tutt’al più quella del reato meno grave di minaccia, chiedendo pertanto al Tribunale di emettere una sentenza assolutoria.
All’esito della camera di consiglio il Tribunale di Castrovillari ha prosciolto l’imputato da tutte le accuse contestate. Piena soddisfazione è stata espressa dall’avvocato Meles, che ha evidenziato che in caso di condanna il proprio assistito avrebbe rischiato fino a sette anni di carcere, considerato che i riferiti maltrattamenti sarebbero stati consumati anche in presenza di figli minori.