Perseverant: preso latitante sparito da febbraio, i militari lo “accolgono” mentre scende dall’aereo
Operazione perseverant catturato latitante taurianovese
Nella notte del 29 febbraio scorso, nel corso dell’operazione “Perseverant” (QUI), era sfuggito alla cattura ed il tribunale di Palmi lo aveva dichiarato latitante. Latitanza che è finita nelle scorse ore per un 38enne taurianovese che è stato infatti arrestato poco dopo essere arrivato a Lamezia Terme dalla Francia.
L’uomo - nei cui confronti erano state lanciate delle ricerche a livello comunitario e spiccato un Mandato di Arresto Europeo - è stato tradito dai contatti con i suoi familiari in Italia, con i quali si sentiva quotidianamente.
E proprio durante una di queste telefonate avrebbe raccontato di aver preso i biglietti aerei per una fugace visita nel weekend, ignorando però che i carabinieri reggini, che gli stavano col fiato sul collo, lo attendessero sulla pista dello scalo interazionale, “accogliendolo” appena sbarcato dall’aereo.
Il 38enne è stato posto ai domiciliari, a disposizione del Gip di Palmi, e deve rispondere di diverse imputazioni in materia di stupefacenti: gli inquirenti lo ritengono infatti un’importante pedina nello spaccio al dettaglio di droga, specialmente nella sua città di origine.
In quell’occasione, a dare avvio alle investigazioni - coordinate dal Procuratore Emanuele Crescenti e dal Sostituto Davide Lucisano - era stata la denuncia sporta dal padre di una giovane assuntrice di stupefacenti che, vista la brutta china che stava prendendo la figlia, aveva deciso di deporre l’orgoglio di genitore e confidare la dipendenza della ragazza ai militari di Taurianova e San Martino di Taurianova.
Gli approfondimenti successivi, avviati nel marzo del 2020 e conclusi anni dopo, avrebbero quindi confermato i timori dell’uomo, riscontrando l’esistenza di un florido mercato della droga leggera e pesante, con centro nevralgico a Taurianova e ramificazioni a Rosarno, Platì e Gerocarne, dove avevano base i fornitori del narcotico (QUI).
Sulla base degli elementi di prova finora raccolti, secondo l’ipotesi d’accusa sposata dal Giudice per le indagini preliminari, che ha firmato l’ordinanza restrittiva, si ritiene che per l’indagato bastino le cautele assicurate dalla misura degli arresti domiciliari, in attesa del processo.