Inchiesta Perseverant. Continua a spacciare dai domiciliari, indagato va in carcere
Non gli è bastato l’arresto per spaccio di droga a far cambiare atteggiamento ad un 44enne rosarnese che, forse refrattario alle prescrizioni, avrebbe continuato imperterrito a comprare e vendere stupefacenti che è così finito in carcere.
L’uomo è tra gli indagati dell’operazione “Perseverant” (QUI), un’inchiesta - coordinata dal Procuratore Emanuele Crescenti e dal Sostituto Procuratore Davide Lucisano della Procura di Palmi - che fece luce su un articolato giro di spaccio fortemente radicato all’interno del contesto territoriale dei comuni di Taurianova e Rosarno.
A dare avvio alle investigazioni dei carabinieri, in quella occasione, era stata la denuncia sporta dal padre di una giovane assuntrice di droga che, vista la brutta china che stava prendendo la figlia, aveva deciso di metter da parte l’orgoglio di genitore e confidare la dipendenza della ragazza ai militari delle Stazioni di Taurianova e di San Martino di Taurianova.
Gli approfondimenti successivi eseguiti dagli investigatori, avviati nel marzo del 2020 e conclusi anni dopo, avevano confermato i timori dell’uomo, riscontrando l’esistenza di un florido mercato della droga leggera e pesante, con base a Taurianova e ramificazioni a Rosarno, Platì e Gerocarne, dove avevano base i fornitori del narcotico (QUI).
Al 44enne, in particolare, era stato contestato di aver fornito ad altri indagati, in varie occasioni, lo stupefacente che poi sarebbe stato veniva rivenduto agli acquirenti finali.
Per questi fatti erano stati ritenuti sufficienti, originariamente, i domiciliari ma sulla base degli elementi di prova raccolti, e secondo l’ipotesi d’accusa sposata dal Gip di Palmi che ha firmato l’ordinanza di sostituzione della misura, si ritiene che l’indagato abbia continuato comunque a spacciare la droga.
A incidere sulle valutazioni del Giudice per le udienze preliminari che ha deciso che l’indagato andasse in carcere, è stato - come ampiamente dettagliato dai Carabinieri - il fatto che l’uomo “abbia agito in totale spregio al divieto di comunicazione con terze persone, impostogli con gli arresti domiciliari”, sostengono i militari.