Tubercolosi bovina, Cia Calabria chiede incontro urgente con la Regione

Calabria Salute

"Cia-Agricoltori Italiani chiede, con estrema urgenza, un incontro per affrontare in maniera più rapida e operativa la calamità sanitaria, ovvero la TBC bovina, che si è abbattuta sulla Calabria e in particolar modo nella provincia di Crotone, colpendo in particolare modo il settore zootecnico da carne con allevamento allo stato brado". Così in una nota l'associazione di categoria degli allevatori calabresi.

"Per la delicata e precaria situazione economica odierna, il settore agricolo e zootecnico, non può essere lasciato solo ad affrontare questa calamità, né tantomeno si può pensare di replicare le stesse tempistiche in uso da molti anni a questa parte per risarcire i danni subiti. Ma partiamo dal segnalare, in primis, l’incertezza che oggi vivono gli allevatori per il fatto che non si riesce ancora a capire come questa malattia si propaghi" spiegano. "È necessario fare chiarezza sugli eventuali vettori della fauna selvatica (cinghiali e altri) e la semplice risposta del settore sanitario che sono i bovini che hanno infettato i cinghiali, per noi non è interessante e importante; una volta che la malattia si è diffusa ed ha interessato anche i cinghiali, questi oggi, oltre ai bovini, sono potenziali vettori e quindi da attenzionare al pari dei bovini".

"Quello che interessa sapere e quindi capire, con certezza - e non dovrebbe essere molto difficile - che una volta risanati gli allevamenti non si rincominci da capo con dispendio di risorse; se non si ferma e isola la malattia, invece, il rischio è altissimo" evidenziano. "Questo, è uno degli elementi più importanti e da garantire con estrema urgenza viste le consistenti risorse che gli allevatori devono investire per ricostituire i loro allevamenti. Bisogna unire tutte le necessarie risorse, economiche, tecniche, umane, per gestire e portare a soluzione definitiva questa drammatica situazione, evitando di lasciare gli allevatori con tutti questi interrogativi senza risposta".

"Così come è necessario rivedere il prezzario che stabilisce il risarcimento del capo abbattuto, valutando il vero valore del danno in virtù dell’uso e dell’età del capo stesso; non si possono usare parametri e valori stabiliti tanto tempo fa ed oggi non aggiornati e rivalutati alla situazione attuale" ribadiscono in conclusione.