Tubercolosi bovina, l’Ara fa il punto della situazione in Calabria
L’associazione Regionale Allevatori della Calabria, da sempre al fianco degli allevatori calabresi, ha promosso una giornata di studio sulla Tubercolosi dei bovini rivolta al personale ARA ed a una rappresentanza di allevatori, alla quale ha partecipato anche una delegazione di Confagricoltura e di Coldiretti. All’evento, coordinato dal presidente e dal direttore di ARA Calabria, rispettivamente Michele Colucci e Filomena Citraro, è stato invitato Giuseppe Iovane, professore ordinario di Malattie infettive e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive degli animali domestici e Polizia Veterinaria alla Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, nonché Commissario CTSBA, che ad oggi è riconosciuto come una dei massimi esperti a livello nazionale e internazionale.
In tale occasione è stata esposta la grave situazione epidemica di Tubercolosi bovina. Tale patologia, sostenuta dal Mycobacterium Bovis, da anni sta colpendo gli allevamenti di bovini allo stato brado della Calabria, causando molteplici focolai sul territorio che vedono coinvolte diverse aziende di bovini, mettendo a rischio anni di duro lavoro da parte degli allevatori i quali hanno investito tempo e risorse per la selezione genetica ed il miglioramento del benessere animale, fornendo al consumatore prodotti tipici e di alta qualità.
Dall’analisi dei dati la razza maggiormente colpita al momento risulta essere quella Podolica. E' inoltre emerso che tale problematica si sta diffondendo anche agli allevamenti intensivi di vacche da latte di alta selezione, con il rischio di travolgere una filiera che è pilastro portante dell’economia zootecnica della regione.
È da evidenziare che la TBC appartiene a quelle patologie definite zoonosi, malattie infettive trasmissibile dall’animale all’uomo e viceversa, per cui il rischio, oltre che interessare il comparto zootecnico, interessa la salute pubblica dei cittadini.
Considerato che si sta assistendo ad una preoccupante recrudescenza della patologia, con un significativo aumento di casi, significa che le misure fino ad ora adottate non sono sufficienti e che bisogna intervenire urgentemente e celermente, mettendo in campo uomini e mezzi in maniera straordinaria.
Analizzando i dati ufficiali del bollettino epidemiologico veterinario, emerge che la Calabria è al terzo posto per numero di focolai. La provincia maggiormente colpita risulta quella di Crotone, dove si contano oltre 50 focolai. I casi sono concentrati prevalentemente nell’area nord della provincia, interessando i comuni ricadenti nel distretto di Cirò Marina con una preoccupante e crescente espansione nei comuni limitrofi. Preoccupa molto il progressivo interessamento anche del territorio della provincia di Cosenza.
Il professore Iovane ha evidenziato come una precoce diagnosi e l’allontanamento immediato degli animali infetti possano limitare il diffondersi dell’infezione. Esaminando le vigenti normative si evince che le prove ufficiali per la diagnosi di Tubercolosi sono il test dell’Intradermoreazione (IDT) e il test del Gamma-Interferone (γ-IFN), quest'ultimo risulta essere più celere ed efficace.
E' evidente la necessità immediata di un Piano Straordinario di Eradicazione, il quale non può prescindere dall’utilizzo di tali test, con l’istituzione di una cabina centrale di regia che veda tutti i soggetti coinvolti (Regione Calabria, IZS, ARA Calabria, Università). Quanto proposto deve attivarsi tramite l’istituzione sul territorio di una Task Force di Veterinari dedicati esclusivamente a tale attività e il coordinamento e potenziamento della rete di laboratori dell’Istituto Zooprofilattico in quanto, ad oggi, solo il laboratorio della sezione di Catanzaro è attrezzato per processare i campioni e solo in alcuni giorni della settimana.
Quanto emerso dall'incontro sarà condiviso con le istituzioni regionali, per rappresentare la grave situazione sanitaria in cui versano numerosi allevamenti bovini della regione e il rischio che corrono tutti i cittadini.