Le mani della ‘ndrangheta sui locali della movida milanese, 14 arresti

Reggio Calabria Cronaca

La Guardia di Finanza e la Polizia Locale di Milano, con la collaborazione dei Carabinieri Forestali, hanno arrestato e portato in carcere quattordici persone ritenute far parte della cosca di ‘ndrangheta radicata da tempo nel capoluogo meneghino, ed a cui si contestano tra l’altro l’intestazione fittizia di attività commerciali, l’estorsione, la truffa ai danni di agenzie di lavoro interinale ed il traffico di rifiuti.

Il blitz, scattato all’alba, è stato eseguito a Milano, Monza-Brianza, Varese, Pavia, Modena e Mantova, ed ha visto effettuare numerose perquisizioni in abitazioni private risultate nella disponibilità degli indagati, ed in esercizi commerciali.

Gli inquirenti ritengono dunque di aver disarticolato l’associazione mafiosa, che riconosceva nella potente cosca Piromalli di Gioia Tauro, nel reggino, un suo solido punto di riferimento.

Il gruppo avrebbe contato anche sulla collaborazione di diversi soggetti compiacenti, utilizzati come prestanome - così da eludere le leggi sulle misure di prevenzione patrimoniali - e a cui veniva attribuita la titolarità di diversi negozi in Lombardia e in Piemonte.

Sarebbe anche emerso che come un soggetto, già riconosciuto giudiziariamente come appartenente ai Piromalli, si stesse infiltrando nel settore dei locali di intrattenimento delle più rinomate aree della movida milanese.

Un’operazione, questa, che per gli investigatori si stava effettuando per il tramite di un suo “referente”, operante stabilmente nel capoluogo lombardo, e che si sarebbe occupato dell’acquisizione e della gestione di numerosi locali, attribuendone fittiziamente la titolarità anche qui a dei prestanome senza un’adeguata esperienza imprenditoriale.

DAL “VANGELO” AI RIFIUTI

Durante l’operazione, infatti, sono state sequestrate quattro società titolari di altrettanti locali, ritenuti di un valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati dall’amministratore di fatto e dai presunti prestanome, e che in parte si trovano all’interno del “Mercato Comunale Isola”, una struttura di proprietà del Comune di Milano in concessione ad un raggruppamento temporaneo di imprese che, a loro volta, avevano dato in affitto degli spazi commerciali alle suddette società.

Gli investigatori, poi, ritengono di aver scoperto le dinamiche del gruppo mafioso, che sarebbe stato capeggiato da un soggetto munito della dote ‘ndranghetista di “Vangelo”, in grado di dirimere eventuali controversie e che promuoveva, pianificava ed organizzava gli associati nelle diverse azioni sul territorio milanese nel business dello smaltimento rifiuti, utilizzando come discariche delle aree protette e dei capannoni industriali abbandonati.

Oltre all’accertamento di attività criminali tipicamente ‘ndranghetiste, come le estorsioni per il “recupero crediti”, le indagini hanno avrebbero poi disvelato un efficiente meccanismo attuato dal gruppo, tramite la stipula di contratti di somministrazione fittizi in assenza di effettive esigenze di impiego di forza-lavoro, per truffare numerose agenzie di lavoro interinale con la complicità dei lavoratori che, sistematicamente, retrocedevano gli stipendi ai presunti appartenenti al gruppo criminale.

GLI ARRESTATI

Le porte del carcere si sono dunque spalancate per Salvatore Giacobbe, 72enne di Gioia Tauro; Domenico Aquilino, 66enne di Cardeto; Roberto Cagliani, 57enne di Merate; Walter Cantoni, 65enne di Milano; Agostino Cappellaccio, 39 anni di Gioia Tauro; Giovanni Caridi, 46enne di Torino; Angelino Giacobbe, 44enne di Melzo; Vincenzo Giacobbe, 45enne di Melzo; Davide Lorenzo Leone, 44enne di Milano; Giuseppe Longo, 50enne di Palermo; Marco Mecca, 32enne di Treviglio; Livio Pintus, 45enne di Angera; Girolamo Piromalli, 44enne di Gioia Tauro; e Alessandro Solano, 46enne di Vibo Valentia.

L’OPERAZIONE

Le misure sono state eseguire dal Gico del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, con la Polizia locale. L’inchiesta è diretta dal pm della Dda Silvia Bonardi. L’ordinanza porta la firma del gip Sonia Mancini.