In carcere ma con i telefonini: la Procura indaga sulla casa circondariale di Cosenza
Nonostante fossero in carcere riuscivano agevolmente a comunicare con l’esterno, grazie a telefonini e schede Sim indebitamente introdotte all'interno del penitenziario.
Accade nel carcere “Sergio Cosmai” di Cosenza, dove la locale Procura ha iscritto nel registro degli indagati cinquanta persone (tra cui 49 detenuti all’epoca dei fatti reclusi nella stessa Casa Circondariale) dopo aver accertato almeno 61 episodi avvenuti tra l’ottobre del 2022 ed il giugno del 2023.
Il pm Domenico Frascino avrebbe infatti ricostruito diversi casi in cui i familiari dei detenuti, nei momenti di visita, avrebbero procurato e consegnato i telefonini.
Emerso inoltre l’utilizzo di una sola sim card per tutti, in modo da “uscire” sempre con un solo numero di telefono. Tra i numerosi coinvolti risultano diverse personalità di spicco della criminalità calabrese attualmente recluse nel carcere cosentino.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria della Calabria, diretto dal comandante Leonardo Gagliardi, e sono scattate dopo il rinvenimento, nel 2022, a carico di alcuni detenuti, di un micro telefono cellulare e della scheda.
Gli investigatori hanno analizzato i dati del traffico telefonico, ricostruendo l’intera rete dei contatti telefonici tenuti indebitamente dai reclusi, anche dopo il rinvenimento del telefono (ovvero fino al giugno del 2023) per mantenere i contatti con l’esterno, appurando, anche, il coinvolgimento di numerosi detenuti, inizialmente non indagati e la complicità del familiare di uno di loro che avrebbe procurato e consegnato il dispositivo.
L’esame dei tabulati da parte del personale del Nucleo Investigativo e l’utilizzo delle più recenti tecniche in materia da parte del NIC anche supportate dal patrimonio informativo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha così consentito di arrivare ai responsabili.