Morti sul lavoro: 268 vittime in quattro mesi. La Calabria ancora in zona rossa

Calabria Cronaca

Un terzo dell’anno è già passato e l’emergenza morti sul lavoro è descritta dai soliti tragici numeri e se la situazione non varierà, a fine anno si conteranno oltre mille vittime.

Da gennaio ad aprile scorso sono state infatti già 268 vittime, quattro in più rispetto al 2023. Restando nello stesso periodo dell’anno scorso si registra poi una crescita delle morti in itinere, del +8,8%: fino a marzo si era invece registrata una decrescita degli infortuni mortali nel tragitto casa lavoro, una tendenza questa che, purtroppo, non è stata confermata con i dati del mese di aprile.

È quanto emerge dall’indagine condotta da un team di esperti di sicurezza e che vede come sempre nell’incidenza il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese, poiché si parla di vittime rispetto alla popolazione lavorativa.

Un dato che indica concretamente le aree a maggior rischio e che si propone come mappatura preziosa per tutti coloro che operano per la sicurezza sul lavoro.

IL RISCHIO REGIONE PER REGIONE

A finire in zona rossa ad aprile con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 8,7 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Umbria, Puglia, Campania e Calabria.

In zona gialla: Sardegna, Toscana, Sicilia, Lombardia, Piemonte e Lazio. In zona bianca: Liguria, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Basilicata, Veneto, Marche e Molise.

GLI INFORTUNI PER ETÀ

Anche nel primo quadrimestre dell’anno il report elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancora preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (34,9), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (13,5).

GLI STRANIERI DECEDUTI

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nel primo quadrimestre sono 48 su un totale di 206, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 20,2 morti ogni milione di occupati, contro i 7,5 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

I NUMERI ASSOLUTI

Sono 268 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 206 in occasione di lavoro (1 in meno rispetto ad aprile 2023) e 62 in itinere (5 in più rispetto ad aprile 2023).

Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (33). Seguono: Emilia-Romagna (28), Campania (20), Puglia (17), Lazio (16), Toscana e Piemonte (13), Trentino-Alto Adige (12), Veneto e Sicilia (11), Calabria (6), Sardegna e Umbria (5), Liguria (4), Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo e Marche (3), Valle d’Aosta (2) Basilicata (1). In Molise non si è verificato alcun infortunio mortale.

COSTRUZIONI PIÙ COLPITE

Alla fine del primo quadrimestre è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 41. È seguito dalle Attività Manifatturiere (25), da Trasporti e Magazzinaggio (19), dal Commercio (11).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (69 su un totale di 206). Le donne che hanno perso la vita sono 12, mentre 7 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti sono 48, mentre sono 14 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nel primo quadrimestre dell’anno (21,8%).

LE DENUNCE IN CRESCITA

Le denunce di infortunio totali crescono del 3,6% rispetto ad aprile 2023. Erano, infatti, 187.324 a fine aprile 2023, nel 2024 sono passate a 193.979. Il più elevato numero arriva dalle Attività Manifatturiere (22.299); seguono: Costruzioni (10.913), Sanità (10.873), Trasporto e Magazzinaggio (10.072) e Commercio (9.759).

LE DENUNCE PER GENERE ED ETÀ

Le denunce di infortunio delle lavoratrici ad aprile sono state 70.733, quelle dei colleghi uomini 123.246. Quelle in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono state 165.249: 56.341 sono le donne e 108.908 gli uomini.

Le denunce degli italiani sono 133.297, mentre degli stranieri sono 31.952. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 41.613 denunce (il 21,5% del totale).