Russia-Ucraina. Diritti umani e disinformazione: la voce del Cremlino arriva in Calabria
Interessante evento organizzato da Cantiere Laboratorio quello di sabato scorso, 6 luglio, nel Centro Congressi “Prunia” di Lamezia Terme.
Al centro della discussione diritti umani, disinformazione ed autodeterminazione con l’intervento, da Mosca, della dottoressa Kirkora Irina Vladimirovna, Vicepresidente del Consiglio Presidenziale della Federazione Russa per lo Sviluppo della Società Civile e i Diritti Umani, incarico che svolge di concerto e a fianco del Presidente Vladimir Putin.
Nel suo intervento, con l’ausilio di slides, Vladimirovna ha messo in evidenza come il suo incarico la porti a spostarsi in tutte le zone della Federazione e, dal 2014, anno dell'aggressione da parte degli ucraini, riservi particolare attenzione alla Regione del Donbass “dove - ha sostenuto - sono stati commessi numerosi crimini e dove i militari di Kiev sparavano sui civili”, citando date e luoghi dell'eccidio di militari russi uccisi a sangue freddo “nel disprezzo di ogni diritto dei prigionieri di guerra”.
“Speriamo che l'attenzione della Comunità Internazionale fermi l'Ucraina da azioni illegali, non solo con specifici prigionieri di guerra, ma con tutti i prigionieri di guerra” ha concluso ringraziando Cantiere Laboratorio e rendendosi disponibile per altri incontri.
L'evento è stato presentato da Bruno Spatara di Gioventù Controcorrente, a cui è seguito l'intervento di Vittorio Gigliotti, presidente di Cantiere Laboratorio che ha sinteticamente spiegato come ai diritti inviolabili della persona, diritto alla vita ed alla libertà, seguono anche quelli dei popoli che nessuno può sopprimere, la tradizione, la cultura, la fede religiosa, la lingua, “ma questo è ciò che è stato fatto in Donbass”.
Ed a questo proposito insieme ad Irina Vikhoreva, presidente dell'associazione Speranza, e con l'ausilio di immagini e video, ha ripercorso l'attacco militare ucraino con bombardamenti e stragi di civili perpetrati dall'esercito ucraino e dal battaglione nazista Azov, a seguito del colpo di stato in Ucraina e che ha portato al potere Pedro Poroshenko, finanziato e appoggiato dagli Stati Uniti in funzione anti-russa.
“Le fila ucraine - è stato affermato - si ingrossano di mercenari internazionali a fianco dei nazisti di Azov che per l'occasione, amici degli americani, sono persino buoni e democratici”, mentre “Andrea Palmeri - ha detto il presidente di Cantiere Laboratorio - contro ogni giustizia è stato condannato come mercenario, perché è andato a combattere in Donbass dal 2014 agli inizi del 2015, quando non c'era paga e chi già faceva parte della milizia percepiva uno stipendio di 15mila rubli, l'equivalente di 150 euro. Si può essere mercenari per quella paga? O condannato perché ha combattuto dalla parte filorussa?”.
Toccante, di seguito, la testimonianza di Elizabeta Reznikova, di 18 anni, figlia di un prigioniero di guerra russo e ricattata con videochiamate mentre torturavano il padre invitandola a fare nomi che la ragazza non ha fatto.
Importante anche la testimonianza conclusiva di Marco Pata, avvocato di diritto internazionale ed imprenditore che da qui a breve si stabilirà nella piccola Repubblica di Abkhazia dove curerà una società che si occuperà di imprenditoria, commercio e turismo. Presente inoltre, in collegamento, il corrispondente della tv russa Ural Press Inform Mikhail Bondarenko, che ha seguito l’evento.
All'incontro, tra gli altri, hanno partecipato il Coordinatore Regionale di Exit Paolo Di Matteo, i dirigenti del movimento Indipendenza Giuseppe Isabella e Antonio D'Alessi che ha preso la parola, e Raffaele Arabia, responsabile di Identità Tradizionale.