Perseguita i vicini per un tubo d’irrigazione, scatta il divieto di dimora
I Carabinieri di Melito Porto Salvo hanno eseguito un’ordinanza di aggravamento dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria con quella del divieto di dimora nel comune di Condofuri, in aggiunta a quella del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa, nei confronti di un 79enne del posto indagato per atti persecutori.
L’intera vicenda inizia nel 2021 quando un 36enne reggino, residente anch’egli a Condofuri, decide di rivolgersi ai militari dicendosi vittima, insieme alla sua famiglia, di veri e propri atti vessatori e persecutori da parte dell’anziano.
A quest’ultimo, nel novembre 2022, il Gip del Tribunale di Reggio Calabria applicò già un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalle vittime, che di fatto non riuscivano più a condurre una vita serena e senza condizionamenti.
Il 36enne infatti raccontò ai carabinieri che quella dell’anziano sarebbe stata una vera e propria “ossessione” nutrita nei confronti dell’intera famiglia, a cui avrebbe rivolto le sue “attenzioni” già dalle prime ore della mattina.
Secondo quando appurato dai militari il tutto nasce dall’utilizzo di un tubo della condotta idrica che sorge su un terreno di proprietà di una sua parente e che sfocia in quello del 36enne, e utile per irrigare il fondo.
Il 79enne, in diverse occasioni e in diversi momenti della giornata, lo avrebbe staccato, senza che questo gli creasse alcun intralcio o disturbo, interrompendo così la relativa fornitura d’acqua; a volte si sarebbe appropriato di una parte di questo dopo essere passato davanti la proprietà del giovane, tenendo in mano un martello.
Nonostante tutto l’anziano, indifferente, avrebbe continuato con i suoi atteggiamenti persecutori violando diverse volte le prescrizioni cautelari a cui era sottoposto, tanto che nel maggio scorso è stato raggiunto dall’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, in aggiunta alla precedente misura.
Ma neanche questo l’avrebbe fatto desistere. Infatti, nonostante le misure a suo carico, da maggio a settembre in ben quattro circostanze l’anziano si sarebbe reso protagonista delle stesse condotte, stavolta, però, puntualmente riprese da una fototrappola installata appositamente in una sterpaglia qualche tempo prima dal 36enne e le cui immagini sono state acquisite dai militari.
In seguito agli eventi denunciati i Carabinieri, dopo aver ascoltato attentamente la persona offesa, raccogliendo ogni elemento utile a circostanziare nel dettaglio i fatti, hanno inviato la comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria che ha richiesto ed ottenuto dal Gip l’emissione di una adeguata misura cautelare, tenuto conto che quelle in atto non avevano svolto un’efficace funzione dissuasiva.
L’uomo, oltre al divieto di dimora nel comune di Condofuri e di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, dovrà mantenere da quest’ultima una distanza non inferiore a 200 metri, astenendosi dal comunicarvi con qualsiasi mezzo.