Omicidio Belsito: chiesti due ergastoli e una condanna a dodici anni
Due ergastoli e dodici anni di reclusione: è quanto chiesto dall’accusa, rappresentata dal pm della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo, rispettivamente per Domenico Bonavota (di 45 anni) e Salvatore Mantella (50), per i quali è stato invocato il carcere a vita) e per Onofrio Barbieri (44).
I tre sono alla sbarra per l’omicidio di Domenico Belsito (QUI), all’epoca 34enne, ammazzato a Pizzo Calabro nella sera del 18 marzo del 2004.
A chiudere il cerchio sull’efferato omicidio, circa diciassette anni dopo, esattamente nel 2021, era stata la Distrettuale Antimafia di Catanzaro, allora guidata ancora dal procuratore Nicola Gratteri, che nel gennaio di quell’anno fece arrestare sei persone (QUI) ritenute a vario titolo responsabili in concorso dell’assassinio di Belsito.
Tra questi c’erano appunto Bonavota - catturato a Sant’Onofrio, in un covo, nell’estate precedente (QUI) - e ritenuto il mandante del delitto; Mantella, che sarebbe stato alla guida dell’auto rubata dentro la quale c’era il presunto killer, Francesco Scrugli, poi ucciso nel 2012 in un agguato mafioso (QUI); e Barbieri che si ritiene abbia procurato la vettura per i sicari.
In base a quanto ricostruito allora dagli inquirenti, Belsito, appartenente alla Locale di Sant’Onofrio, sarebbe stato ammazzato per una relazione extraconiugale con la sorella di un altro affiliato.
I mandanti sarebbero stati quindi proprio i vertici della stessa Locale, mentre gli esecutori materiali elementi dell’emergente gruppo criminale di Andrea Mantella, poi divenuto collaboratore di giustizia.
Il brutale omicidio sarebbe maturato anche nell’ambito di logiche di scambio, finalizzate a sancire l’alleanza tra i due sodalizi di ‘ndrangheta.
Le richieste di condanna a carico di tutti e tre gli imputati sono state avanzate dal pubblico ministero nel corso della sua requisitoria davanti ai giudici della Corte d’Assise di Catanzaro.