Presentata ArciEqua, promuoverà la cultura dell’inclusione e del rispetto
A Catanzaro nasce ArciEqua, un’associazione che vuole rispondere alle istanze scaturite da ogni tipo di diseguaglianza e, al contempo, sviluppare un ragionamento collettivo sulla necessità di (ri)affermare i diritti civili di tutte le persone, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o identità di genere.
Una tappa epocale per la città capoluogo che pur avendo in passato già ospitato iniziative ed eventi finalizzati alla promozione dell’inclusività e della solidarietà, non poteva ancora contare su una vera organizzazione promotrice di battaglie contro pregiudizi e ingiustizie sociali. Con l’obiettivo di abbattere le barriere culturali e promuovere una maggiore accettazione ArciEqua - come è stato spiegato durante la presentazione ufficiale al Centro sociale “Vinicio Caliò” - proporrà un ricco calendario di eventi, campagne informative e attività educative per sensibilizzare l’opinione pubblica e diffondere la cultura della comunità queer.
“Non è il genere che determina la bravura di un genitore, di un professionista o di un politico” sono state le parole pronunciate da Giovanni Carpanzano che ha ricordato la necessità di rivendicare nell’attuale società il diritto a non essere oggetto di discriminazioni sociali per la scelta sessuale o affettiva di un partner dello stesso sesso. Dopo aver condotto una battaglia personale fin da quando era adolescente, sfidando lo sguardo giudicante della città mentre andava a passeggio sul corso tenendo per mano il suo fidanzato dell’epoca, oggi Carpanzano ha deciso di assumersi la responsabilità di rappresentare tutte le persone etichettate come diverse e di rendere visibile la comunità LGBTQIA+ a Catanzaro. Non sarà un’impresa facile: “Non sarà semplice sfidare gli stereotipi e realizzare il cambiamento. Sono consapevole che incontreremo ostacoli anche per instaurare il dialogo con le scuole. Già qualche anno fa non mi è stata concessa la possibilità di proiettare il mio ultimo film “Il Vuoto” che racconta di una storia d’amore omosessuale, forse perché c’è molta paura di ciò che non si conosce” ha detto il neopresidente di ArciEqua, annunciando l’impegno del gruppo di abbattere i muri del pregiudizio e dell’ignoranza.
La voce di Amanda Mirarchi ha trascinato il pubblico in un’altra storia di disagio vissuta nel perimetro di una città “che non è al passo con i tempi e non è ancora capace di sostenere e accettare una persona che affronta il percorso della transizione di genere. Rivendichiamo la libertà all’autodeterminazione e allo sviluppo individuale in maniera autentica”.
Il progetto è stato avviato da Arci Calabria e Arci Catanzaro dopo l’esperienza maturata durante la partecipazione, due anni fa, al Pride di Reggio Calabria come ha raccontato Rosario Bressi: “Abbiamo avvertito la necessità di dimostrare affetto e protezione ai ragazzi e alle ragazze che abbiamo conosciuto. Un’associazione come la nostra che si fonda sull’inclusione aveva l’obbligo morale di intervenire. L’organizzazione sarà sorretta e guidata da noi sia dal punto di vista organizzativo che di servizi. ArciEqua avrà la sede in una struttura comunale molto frequentata e da noi gestita. Questo per permettere a tutti di entrare in contatto con questa realtà”.
Nell’incontro di ieri pomeriggio si sono aggiunti anche gli interventi del Presidente del Consiglio Comunale, Gianmichele Bosco, e dell’assessore alle Politiche Sociali Vincenzo Costatino. Il primo passo verso il cambiamento è stato compiuto con la costituzione dell’associazione che già tra qualche giorno presenterà al Comune due istanze per dare sostanza all’affermazione dei diritti delle persone LGBTIA+.
Realizzare il sogno di una città più giusta, più umana e più aperta non è più una chimera. Si riesce ad immaginare una città dove le giovani generazioni crescano in un ambiente rispettoso e tollerante, dove l’uguaglianza sia un valore fondamentale e dove si apprezza la bellezza e l’unicità di ogni persona.