Qualità della Vita: Reggio la peggio d’Italia ma le altre calabresi non brillano affatto
Se a Bergamo si vive bene, a Reggio Calabria si vive peggio. Un’impietosa sentenza che esce fuori dal report sulla Qualità della Vita che per il 35mo anno consecutivo viene stilato dal Sole 24 Ore, che così “misura” il grado di benessere in tutte le province italiane.
La provincia dello Stretto è difatti al 107mo posto su 107 della classifica stilata dal quotidiano economico ma, sia chiaro, non è sola quanto in ottima compagnia se si tiene conto che nelle ultime 25 posizioni vi sono tutte province del Sud.
Per quanto attiene alla Calabria, ad esempio, non molto lontano da Reggio Calabria c’è Crotone, che la distanzia di appena due lunghezze, ovvero occupando il 105mo posto; a seguire, al 103mo c’è Vibo Valentia; un solo punto in meno ed al 102mo troviamo Cosenza; otto spanne più su, al 90mo posto, infine, chiude Catanzaro (cliccando sulla provincia si accede ai singoli report).
Ma la classifica de Il Sole traccia uno spaccato desolante per quasi tutto il meridione che dall’83mo posto in poi del ranking s’accaparra praticamente tutte le (peggiori) posizioni, partendo da Catania (83a) e passando per Messina (91), Palermo (100) e Napoli (106), ma anche realtà decisamente meno urbanizzate come il Sud Sardegna (93), la provincia di Enna (97) e, appunto, le calabresi.
Per il quotidiano nazionale il Mezzogiorno “sembra un malato cronico”, anche se alcuni dati evidenziano un cambio di marcia: il trend del Pil pro capite premia difatti tre città del sud, Palermo, Caltanissetta e Nuoro.
Quanto al centro nord, sebbene conquisti quasi tutte le prime posizione, la top 10 è invece lo specchio di un Paese in cui le grandi città cominciano a manifestare diverse fragilità: l’unica presente è difatti Bologna, che si posizione al 9° posto, perdendo sei posizioni rispetto al 2023.
Per il resto, trionfano le medie province: Monza e Brianza (4a), seguita da Cremona e Udine, vincitrice lo scorso anno, Verona e Vicenza; dopo Bologna chiude Ascoli Piceno.
GLI INDICATORI
La classifica stilata è una media delle medie calcolata su 90 indicatori provenienti da fonti certificate come Istat, Banca d’Italia, Istituto Tagliacarne, Infocamere e molti altri, su base provinciale e rapportati alla popolazione residente, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.
L’obiettivo è di rappresentare un concetto multisfaccettato come quello della Qualità della vita indagandone i vari aspetti. Dei 90 indicatori fanno parte anche dieci indici sintetici che nel corso dell’anno sono stati pubblicati sul Sole 24 Ore: l’Indice del Clima, i tre Indici Generazionali (Qualità della vita di Anziani, Giovani, Bambini); l’Indice di Sportività, l’Indice della Criminalità; Ecosistema Urbano; l’Indice di Fragilità del Territorio; Icity Rank e l’Indice della Qualità della vita delle donne.
Alcuni indicatori sono rimasti uguali a quelli delle precedenti edizioni: dai depositi bancari alla raccolta differenziata, passando per gli iscritti all’Aire e il numero di librerie. Altri, in totale 27, sono di nuova introduzione: i rischi di frane e alluvioni, le mensilità di stipendio necessarie per acquistare casa, gli omicidi.