Video sui social con maltrattanti a disabile: arrestati tre familiari
Nella mattinata di ieri, domenica 19 gennaio, i Carabinieri della Stazione di Corigliano - nell’ambito di una delicata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, diretta dal Procuratore Capo Alessandro D’Alessio - hanno eseguito tre misure cautelari sottoponendo ai domiciliari altrettante persone.
I soggetti sono ritenuti gravemente indiziati di una serie di condotte violente sfociate in un contesto di maltrattamenti contro familiari o conviventi.
I fatti risalgono alla metà dello scorso mese di marzo quando, attraverso i principali Social Network, era stato diffuso un video (QUI) dove una persona fragile con disabilità veniva maltrattata e picchiata senza remore.
Le immagini forti avevano scosso molte coscienze e creato l’indignazione di diversi utenti, alcuni dei quali avevano ritenuto opportuno segnalare quanto stava circolando sul web ai Carabinieri. Il video era stato così acquisito e - seguendo le indicazioni della Procura - poi divenuto oggetto di un’accurata analisi investigativa.
Gli approfondimenti hanno quindi permesso di identificare tutte le persone coinvolte e soprattutto il diversamente abile maltrattato, trovato all’epoca in una condizione di disagio estremo, evidentemente denutrizione e in abbandono, ciclicamente picchiato e privato di ogni sostegno economico, nonostante percepisse una pensione di invalidità.
Dalle stesse attività sono poi emersi degli elementi posti a sostegno delle accuse per i maltrattamenti che vengono addebitati ai parenti della vittima, accusati di esserne stati i responsabili.
In un primo momento il Gip competente aveva emesso per loro un divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa con l’applicazione dei dispositivi elettronici.
La Procura ha ritenuto però che la misura non fosse idonea a garantire le esigenze processuali e di tutela della vittima, ragione cui quale è poi riuscita a ottenere gli arresti domiciliari.
In seguito ai fatti il disabile è stato ricollocato in una struttura protetta dove, a distanza di mesi, ha riacquistato una forma fisica adeguata alle sue condizioni e la tranquillità di vivere.
"Una vicenda che dimostra l’attenzione delle Istituzioni verso le persone fragili e svantaggiate", affermano dall'Arma.