Inchiesta Romeo & Giulietta sullo spaccio nel Cosentino, imputato “torna” in carcere

Cosenza Cronaca

Nel mattinata di oggi i Carabinieri di Rende hanno notificato un provvedimento con cui è stata ripristinata la cautelare in carcere, annullata in precedenza, a carico di un muratore 55enne di Cosenza, M.S. le sue iniziali, già detenuto per altra causa nella casa circondarialeCosmai”, ed ampiamente noto alle Forze dell’Ordine per i suoi numerosi precedenti penali.

Il 6 novembre del 2023 l’uomo, che anche allora era recluso dal precedecasa circondarialnte mese di luglio, era stato colpito da una ordinanza emessa dal Gip del tribunale bruzio nell’ambito nell’operazione Romeo & Giulietta (QUI).

L’indagine, costola di una più ampia manovra investigativa condotta dai militari rendesi, aveva ricostruito diverse attività di spaccio, in particolare di cocaina e marijuana, a Cosenza e Castrolibero (QUI), tra il febbraio del 2020 ed il maggio 2021. Otto le persone ritenute responsabili di tutto ciò e tutte poi rinviate a giudizio.

Il provvedimento eseguito oggi, spiegano gli stessi investigatori, metterebbe fine ad un articolato e interessante contenzioso tecnico-giuridico che, a seguito della pronuncia definitiva della Corte di Cassazione, ha decretato la validità del costrutto prospettato dalla Procura bruzia e posto alla base della prima ordinanza con cui fu incarcerato.

In particolare, pochi giorni dopo l’esecuzione della prima misura cautelare, il Gip ne aveva dichiarato la perdita di efficacia in virtù della cosiddetta “contestazione a catena” e della retrodatazione dei termini delle indagini preliminari, poiché l’indagato era stato già ristretto – per condotte simili – da un altro provvedimento emesso successivamente a quelle oggetto di contestazione.

Questa decisione era stata confermata anche dal Tribunale delle Libertà di Catanzaro, successivamente sentito in appello dall’Ufficio di Procura.

A seguito del ricorso in Cassazione, la Suprema Corte ha invece validato la diversa tesi di legittimità prospettata dall’Autorità giudiziaria requirente, che, in sintesi, avrebbe dimostrato come i fatti contestati nell’operazione Romeo e Giulietta, benché risalenti ad un’epoca antecedente all’esecuzione della diversa misura cautelare, di luglio 2021, fossero stati portati a conoscenza del Pm e nella loro completezza successivamente all’emissione del primo titolo custodiale, motivo per cui l’istituto della retrodatazione degli effetti del secondo provvedimento non poteva applicarsi.

Di conseguenza, nell’ottobre scorso, il Tribunale di Catanzaro, pronunciandosi sul rinvio disposto dal Supremo Collegio, ha disposto il ripristino della misura cautelare con la sospensione di esecutività sino al passaggio in giudicato del provvedimento, condizione ultima concretizzatasi il 29 gennaio con il rigetto dell’ulteriore ricorso per Cassazione presentato dalla difesa dell’indagato avverso la nuova determinazione del Tribunale del capoluogo di regione.