Abusi sessuali su figlia, confermata condanna a catanzarese
La Corte d'appello di Catanzaro, oggi, ha confermato la sentenza di condanna ad undici anni di reclusione gia' emessa a carico di un quarantenne professionista catanzarese, imputato per presunti ripetuti abusi sessuali sulla figlioletta. I giudici hanno in tal senso accolto la richiesta del sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla, il quale comunque aveva in precedenza chiesto, senza successo, di rinnovare la perizia medica al centro dell'intero processo affidandola questa volta ad un collegio di esperti. La Corte ha chiesto 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, avute le quali i difensori, gli avvocati Enzo De Caro e Antonio Rania, si appresteranno a proporre ricorso alla Corte di cassazione. Il giudizio di primo grado per il giovane professionista si concluse l'8 luglio scorso, quando i giudici del tribunale collegiale di Catanzaro accolsero quasi completamente le richieste del pubblico ministero Simona Rossi, che aveva chiesto una condanna a 13 anni di reclusione. Alla richiesta di dichiarare l'imputato colpevole si e' associato anche l'avvocato di parte civile, Salvatore Veneziano, che rappresenta la mamma della bambina, che oggi ha circa sette anni. Fu proprio la donna a dare il via alle indagini della Polizia con una denuncia sporta contro l'ex marito nel maggio del 2007. Nei mesi seguenti, a meta' dicembre 2007, l'imputato fini' in manette, e tre giorni dopo lascio' il carcere di Siano per decisione del giudice per le indagini preliminari, che gli concesse i domiciliari, con permesso di recarsi a lavoro. L'imputato, che risponde anche di aver detenuto e, secondo le accuse, divulgato attraverso la rete Internet materiale pedo-pornografico, si e' sempre difeso parlando di un accanimento della moglie nei suoi confronti dovuta alla loro separazione, e ricordando che, oltre un anno prima che la donna lo denunciasse, anche lui aveva presentato un esposto al Tribunale dei minorenni di Catanzaro perche', sostenne, la figlioletta gli aveva raccontato di aver visto la madre in atteggiamenti scabrosi con un'altra persona.