Spopolamento e calo nascite, Cisal: “la Calabria paga il prezzo più alto”

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Vitaliano Papillo

La crisi demografica che sta investendo l'Italia assume proporzioni drammatiche nel Mezzogiorno. Gli ultimi report mostrano un Paese diviso in due: mentre il Nord resiste, il Sud continua a sprofondare in un baratro demografico che rischia di diventare irreversibile.

È quanto denuncia Vitaliano Papillo, componente della segreteria regionale della Cisal Calabria, commentando i recenti dati Istat e Svimez sulla popolazione italiana.

I numeri parlano chiaro e sono impietosi, afferma Papillo: “In soli cinque anni la Calabria ha visto scomparire 24 mila giovani under 19: “Non stiamo parlando di semplici statistiche, ma di vite concrete. È un'intera generazione che sta svanendo. Si tratta non solo di emigrazione, ma anche di un crollo pesantissimo delle nascite”.

La Cisal evidenzia come questo fenomeno sia strettamente legato alla mancanza di opportunità lavorative. “Mentre le regioni del nord riescono a mantenere una base demografica stabile grazie a un'economia più dinamica e a maggiori opportunità lavorative, il Sud e la Calabria continuano a perdere risorse umane preziose. È il fallimento di decenni di politiche inefficaci per il Mezzogiorno”, prosegue il dirigente della Sigla.

Tra le proposte avanzate dal sindacato figura con forza la questione della destagionalizzazione del turismo: “La Calabria possiede un patrimonio naturale, culturale e archeologico di inestimabile valore che potrebbe generare occupazione stabile tutto l'annosostiene Papillo che aggiunge:È assurdo che una regione con 800 chilometri di costa, tre parchi nazionali e un clima favorevole sfrutti le proprie potenzialità turistiche solo per due-tre mesi l'anno. Dobbiamo costruire un'offerta turistica che vada oltre il solo periodo estivo, valorizzando il turismo culturale, naturalistico, enogastronomico e religioso che può attrarre visitatori in ogni stagione”.

Riconosciamo che negli ultimi anni qualche passo avanti è stato fatto - ammette il sindacalista -ma restano interventi isolati e scollegati tra loro. Il turista che viene in Calabria a febbraio trova strutture chiuse, trasporti inadeguati e un'accoglienza improvvisata. Molti operatori turistici, pur volendo restare aperti, sono costretti alla chiusura stagionale per l'assenza di un sistema integrato di offerta”.

Per Papillo, dunque, “non bastano più gli interventi spot o i sussidi temporanei. Il futuro della Calabria passa necessariamente attraverso la capacità di trattenere i nostri giovani, offrendo loro opportunità concrete di lavoro dignitoso. E un turismo destagionalizzato, secondo noi, rappresenta una delle leve più importanti per invertire la tendenza demografica negativa e rilanciare l'economia del territorio”.