Stop alla violenza di genere, a Catanzaro un percorso formativo della Questura
È partito ufficialmente venerdì scorso, 18 aprile, il percorso formativo promosso dalla Questura di Catanzaro nell’ambito del progetto Cuav-Catanzaro, in collaborazione con il Centro Calabrese di Solidarietà Ets, presieduto da Isolina Mantelli.
Un'iniziativa di alto profilo, resa possibile grazie a un finanziamento regionale e nata dalla volontà condivisa di rafforzare l’intesa siglata attraverso il Protocollo Zeus, che promuove percorsi di responsabilizzazione per autori di violenza.
Il progetto si inserisce nel solco di una strategia integrata di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, che vede lavorare fianco a fianco forze dell’ordine, enti del terzo settore e servizi territoriali.
I lavori si sono aperti con l’intervento di Isolina Mantelli, che ha sottolineato il senso profondo dell’iniziativa: «La violenza sulle donne non è un problema delle donne. È un problema degli uomini. E se vogliamo davvero prevenire i femminicidi, dobbiamo intervenire prima, dobbiamo lavorare sul recupero». Mantelli ha inoltre ricordato l’impegno quotidiano del Centro nei percorsi rivolti a uomini maltrattanti, ribadendo che «nessun essere umano può essere ridotto al suo errore. Si può rinascere. E vale anche per chi ha usato violenza».
Il Questore Giuseppe Linares ha offerto una lucida e profonda riflessione sulle dinamiche della violenza di genere, sottolineando come sia ormai indispensabile superare una visione esclusivamente repressiva: «La violenza sulle donne non nasce da un movente economico, ma da una logica di controllo, da un dominio relazionale che si radica in dinamiche culturali e psicologiche. La sola repressione non basta. Dobbiamo imparare a leggere i segnali prima che sia troppo tardi. E questo si fa solo lavorando insieme, condividendo saperi e strumenti tra volanti, mobile, anticrimine, psicologi e servizi del territorio».
Il Questore ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale dell’ammonimento, strumento di prevenzione previsto dal “Codice Rosso” e oggi rafforzato dalle nuove norme. «Ogni richiesta d’aiuto – ha detto – anche la più tenue, può salvare una vita. E ogni intervento deve essere accompagnato da ascolto, formazione e consapevolezza».
A portare la propria esperienza anche Rosaria Di Blasi, dirigente della Squadra Mobile della Questura di Catanzaro, che ha tenuto una lezione mirata sull’accoglienza della vittima e sulla costruzione di un percorso di fiducia tra chi subisce violenza e le istituzioni.
Di particolare rilievo anche l’intervento dell’ispettore Marco Lamanna, responsabile della sezione Misure di prevenzione personali della Divisione Polizia Anticrimine della Questura, che ha introdotto e approfondito le misure di carattere preventivo previste dalla normativa vigente, in particolare l’ammonimento del Questore e la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
Misure che, ha spiegato, possono rivelarsi fondamentali per interrompere per tempo comportamenti pericolosi, tutelando le vittime e intervenendo su chi agisce con violenza.
Infine, Cristina Marino, referente del “Centro per Uomini Autori di Violenza”, ha ribadito l’importanza di promuovere il benessere relazionale come chiave del cambiamento: «Il nostro obiettivo – ha detto – è costruire una prospettiva di trasformazione culturale. Un capovolgimento che parta dalle relazioni, dalle connessioni sane, significative. Solo unendo le forze possiamo davvero cambiare le cose».
Il percorso formativo proseguirà con altri incontri, rafforzando il legame tra istituzioni e territorio, in un’ottica di prevenzione, ascolto e costruzione di comunità più giuste, inclusive e consapevoli.