“Mi fermo qui”, presentata a Camini l’indagine di Spi Cgil sui migranti anziani
Dal risoluto e dignitoso grido di aiuto di un anziano generale iraniano a quello di un ingegnere in età da pensione, fino alle preoccupazioni dei giovani che lavorano e studiano in Italia ma hanno paura del futuro per sé e la propria famiglia, di quello che sarà al termine del progetto di accoglienza. Un’incertezza e un’instabilità che toglie loro il sonno, visto che tornare nei paesi d’origine per loro non è possibile.
Sono state le voci degli stranieri accolti a Camini ad aprire ieri sera nel borgo della Locride, la discussione che ha accompagnato la presentazione del libro “Mi fermo qui. I migranti parlano di sé e dell’Italia che cambia”, edito da Liberetà e frutto della ricerca “Migranti e anziani: il cambiamento dell’immigrazione e le sfide per il sindacato”, promossa dallo Spi Cgil Nazionale e dalla Fondazione Giuseppe Di Vittorio con il sostegno della Cgil Nazionale.
Lo Spi Cgil Calabria ha affiancato lo scorso anno l’equipe di ricerca conducendola in alcune delle aree interne in cui maggiormente si trovano immigrati in età avanzata e che spesso proprio nei caf e nei patronati trovano sostegno. L’indagine si è svolta a Camini, Acquaformosa, Firmo, Melito Porto Salvo, Castrovillari e Altomonte.
A discuterne, in un luogo diventato simbolo delle buone pratiche dell’accoglienza e di come i migranti possano riportare in vita piccoli centri destinati allo spopolamento, sono stati il curatore della ricerca per Spi Cgil Nazionale Giovanni Carapella, il sindaco di Camini Pino Alfarano, il presidente della Cooperativa JungiMundu Rosario Zurzolo, il Segretario Generale Spi Cgil Calabria Carmelo Gullì, la Segretaria Cgil Calabria Celeste Logiacco, la Segretaria Spi Cgil Nazionale Claudia Carlino, la Segretaria Generale Spi Area Metropolitana Mimma Pacifici ed il Segretario Generale Cgil della metrocity Gregorio Pititto.
“127 le interviste registrate in tutto il Paese - ha spiegato Carapella -. Le testimonianze ci restituiscono la fotografia di un’immigrazione in continua evoluzione, della comune ricerca di un lavoro sicuro e dignitoso, di un percorso ad ostacoli per avere la cittadinanza, di un sindacato spesso conosciuto a causa di situazioni di sfruttamento”.
“Una società che cambia – ha affermato Carlino - sempre più multiculturale, impone anche al sindacato di rivendicare giuste politiche di integrazione per i tantissimi arrivati in Italia, inseriti appieno nel contesto economico e sociale e che oggi chiedono uno Stato sociale che riconosca a loro, come a tutti, diritti e tutele. L’attuale momento politico non aiuta, la narrazione del governo vuole i migranti legati ad un problema di sicurezza. Ma non è così e il referendum è un’occasione per rivendicare per loro maggiori diritti, come la cittadinanza”.
“I migranti prima di essere tali sono persone – ha commentato Gullì - le storie raccontate in questo libro fanno toccare con mano quante cose andrebbero cambiate e quanto possiamo fare per loro aprendo una discussione nel Paese”.
“Come Cgil Calabria - ha concluso Logiacco – ci batteremo affinché le politiche immigratorie siano volte all’accoglienza e all’integrazione”.