Morte di Maria Mamone, Pd: “indignati! Urgente attivare Rischio clinico regionale”
“Impone un’immediata reazione istituzionale la morte delle 37enne Maria Mamone a pochi giorni da un accesso al Pronto soccorso in cui sarebbe stata rassicurata e dimessa con la prescrizione di un semplice consulto psicologico. Non si può morire così, non si può accettare che una giovane donna trovi la morte dopo che il sistema sanitario non ha saputo cogliere i segnali della sua sofferenza fisica”.
Il Partito democratico della Calabria, guidato dal senatore Nicola Irto, lancia con questo incipit l’ennesimo allarme sulla sanità facendo riferimento alla giovane donna originaria di Tropea, ma residente a Pannaconi di Cessinati, deceduta a casa dopo che nei giorni precedenti sarebbe stata dimessa dagli ospedali di Tropea e Vibo Valentia, in cui si era recata per alcuni malori (QUI).
I dem esprimono dunque un “profondo cordoglio e vicinanza ai familiari e agli amici della paziente”, ma ricordano anche che quest’ultimo caso “è il terzo decesso sospetto in poche settimane che chiama in causa la stessa struttura pubblica”.
“Questa catena di eventi tragici non può restare senza risposte. Serve – precisano i dem - l’attivazione immediata del Rischio clinico regionale e l’apertura di un’inchiesta interna da parte dell’Asp di Vibo Valentia. È indispensabile fare piena luce su quanto avvenuto e accertare eventuali responsabilità cliniche, organizzative o gestionali”.
“È in gioco la fiducia dei cittadini nella sanità pubblica della Calabria. Se ci sono criticità nell’ospedale di Vibo Valentia, devono emergere e devono essere affrontate e risolte con coscienza e prontezza. La sanità calabrese non può essere una lotteria né un rischio ulteriore per i malati. Va garantito a tutte e a tutti il diritto a una diagnosi tempestiva, competente e sicura”, concludono dal Pd.