Pietropaolo al Mediterranean Day: confronto su oceani e inquinamento marino

Calabria Attualità

Il vicepresidente della Regione Calabria, Filippo Pietropaolo, ha partecipato a Nizza al Mediterranean Day, nell’ambito della terza edizione della Conferenza Mondiale delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC), ospite della Région Sud, su delega del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, e in virtù del ruolo della Calabria alla presidenza della Commissione Intermediterranea (CIM) della CRPM.

In un confronto internazionale dedicato alla salvaguardia degli oceani e alla lotta all’inquinamento marino, Pietropaolo è intervenuto in due distinti panel, portando la voce non solo della Calabria, ma anche delle oltre 40 Regioni del Mediterraneo che compongono la CIM, realtà quotidianamente esposte alle conseguenze dell’inquinamento da plastica e alla crisi climatica. Intervenendo sull’impatto sistemico dell’inquinamento da plastica e sulla necessità di una risposta coordinata, il vicepresidente Pietropaolo ha delineato un quadro preoccupante, affrontato però con un approccio propositivo.

In Calabria e in molte altre aree costiere mediterranee – ha affermato –, osserviamo con crescente preoccupazione l’impatto profondo, pervasivo e sistemico della plastica nei nostri mari. Si tratta di un fenomeno che non è più solo ambientale, ma anche economico, sociale e, in ultima analisi, culturale”. Il vicepresidente ha, poi, evidenziato tra i punti critici l’accumulo di tonnellate di rifiuti plastici su spiagge e fondali, spesso trasportati da fiumi o correnti transfrontaliere; la presenza di microplastiche nella catena alimentare, con effetti ancora non del tutto quantificabili sulla salute umana; la vulnerabilità delle economie costiere, basate su pesca artigianale e turismo sostenibile, minacciate anche sotto il profilo reputazionale.

Le autorità locali e regionali – ha aggiunto Pietropaolo, evidenziando la frammentazione delle risposte politiche – sono spesso in prima linea, ma con strumenti limitati e con una responsabilità che supera le loro competenze formali. Come rappresentante della Commissione Intermediterranea, presieduta da Occhiuto, posso testimoniare che le nostre Regioni stanno agendo, ma per trasformare gli sforzi locali in soluzioni strutturali, servono più coordinamento, più coerenza e risorse comuni”.

Pietropaolo ha anche proposto progetti di cooperazione transfrontaliera; un uso più strategico dei fondi europei, come quelli del programma Interreg NEXT MED; l’avvio di una Strategia macroregionale per il Mediterraneo, in grado di integrare protezione ambientale, sviluppo sostenibile e governance multilivello. Uno dei quattro pilastri di questa strategia è proprio la resilienza ambientale e climatica, che include azioni concrete: riduzione della plastica alla fonte, gestione sostenibile dei rifiuti, promozione dell’economia circolare, rafforzamento del ruolo degli enti subnazionali nelle politiche ambientali internazionali.

Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo delle nuove generazioni: “Abbiamo fortemente voluto il Mediterranean Youth Council, non come organo simbolico, ma come piattaforma partecipativa che coinvolge giovani da oltre 20 territori mediterranei. La transizione ecologica non può essere solo tecnologica, deve essere anche democratica e generazionale”. Nel secondo panel il vicepresidente Pietropaolo ha portato l’esperienza calabrese e il modello di governance integrata, illustrando due interventi chiave della Regione Calabria: il primo è la nascita del Consorzio unico regionale di Bonifica, che ha consentito di unificare 11 enti precedentemente frammentati in un unico organismo operativo, il secondo è l’avvio del Servizio idrico integrato.

Questi due modelli – ha concluso Pietropaolo – sono complementari e rappresentano un’innovazione nella governance delle risorse idriche. Siamo pronti a condividerli con tutte le Regioni mediterranee, perché la sfida dell’inquinamento marino è transnazionale, ma le soluzioni devono nascere anche dal basso. È tempo di un Mediterraneo unito, ambizioso e coeso, che faccia della sostenibilità non uno slogan, ma un asse strategico condiviso, così come riportato nel ‘Patto per il Mediterraneo sostenibile’ siglato da tutti i partecipanti a conclusione dei lavori”.