Ius Scholae, Marziale: “Italiano qualunque bambino nasca nel paese”

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“Un Garante per l’infanzia e l’adolescenza non può tacere al cospetto dello Ius scholae, che sta animando il dibattito politico di questi giorni e che non può e non deve essere appannaggio ideologico, finendo per ledere i diritti dei minori”.

E' quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria, che continua: “L’Italia ha ratificato la Dichiarazione internazionale sui diritti dei minori, approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e si da il caso che l’articolo 7 della suddetta Dichiarazione recita testualmente: 'Il fanciullo è registrato immediatamente al momento della sua nascita e da allora ha diritto a un nome, ad acquisire una cittadinanza'”.

“Siamo nel 2025 - sottolinea - addirittura in era post-globalizzazione, ed ancora esistono resistenze dichiaratamente strumentali sulla dignità di ogni bambino e sul proprio diritto di acquisire cittadinanza nel suolo dove è nato. Ciò significa vanificare la ratifica della Dichiarazione, renderla carta straccia inservibile”.

“Si ammainino le bandiere al cospetto dei bambini – conclude il Garante – si porti in assemblea parlamentare una legge che riconosca come italiano qualsiasi bambino nasca nel suolo nazionale e si dia dignità ad un paese che in tema di emigrazione ha solo da ricordare quanti cittadini sono stati costretti a lasciare la propria terra, la propria casa, i propri affetti, per guadagnarsi un tozzo di pane. Quanti sono preposti a legiferare non siano ridicoli e all’unanimità riconoscano tutti i bambini nati in Italia quali cittadini italiani”.