Il Coordinamento per la Palestina chiede una presa di posizione del Rettore
Il Coordinamento Unical per la Palestina accoglie con viva soddisfazione e sostegno la mozione approvata dal Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente (Diam), in particolare per l’invito a non partecipare al bando Maeci 2025 di cooperazione scientifica con Israele. Questa decisione rappresenta un atto di coraggio etico e coerenza, in netto contrasto con il silenzio complice che troppo spesso ha caratterizzato le istituzioni accademiche di fronte al genocidio del popolo palestinese. E' quanto scrive lo stesso coordinamento.
"Apprezziamo - continua la nota - la chiarezza con cui il Diam ha denunciato le gravissime violazioni del diritto internazionale a Gaza, dove decine di migliaia di civili innocenti – tra cui migliaia di bambini, donne, operatori umanitari e giornalisti – sono stati uccisi sotto i bombardamenti israeliani, in una campagna militare definita dalla Corte Internazionale di Giustizia un crimine contro l’umanità.
Rifiutare collaborazioni con istituzioni di un Paese che perpetua tali atrocità non è solo un dovere morale, ma un passo concreto per rompere la complicità accademica con la macchina di morte israeliana.
Tuttavia, questo gesto virtuoso del Diam fa risaltare ancor più l’ipocrisia e le promesse tradite dell’Università della Calabria sotto la guida del Rettore Nicola Leone. Ricordiamo che, nel maggio 2024, il Senato Accademico si era impegnato a condannare i crimini contro l’umanità commessi da Israele, a istituire borse di studio per studenti palestinesi e a schierarsi per un cessate il fuoco immediato.
A oltre un anno di distanza, constatiamo con amarezza che: nessuna borsa di studio è stata effettivamente erogata agli studenti palestinesi. Quelle promesse si sono rivelate un mero strumento propagandistico, usato per ridurre la pressione delle proteste studentesche senza alcun intento reale di solidarietà.
Il Rettore Leone ha mantenuto una posizione ambigua e silente nonostante l’escalation di crimini di guerra a Gaza, tradendo lo spirito della mozione del 2024 che invitava a "condannare qualsiasi violazione dei diritti umani". Il suo immobilismo è complice.
Ribadiamo con forza che le università israeliane non sono enti neutrali: sono parte integrante di un sistema che legittima l’occupazione, la pulizia etnica e l’apartheid contro il popolo palestinese.
Continuare a collaborare con esse, mentre i loro laboratori sviluppano tecnologie militari testate sui bambini di Gaza, significa avallare il genocidio.
Per questo, in vista delle prossime elezioni per la carica di Rettore, lanciamo un appello urgente a tutti i candidati: Riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina, seguendo l’esempio di tanti altri atenei italiani e internazionali in questi mesi; sospendere ogni relazione accademica con atenei e docenti israeliani finché Israele violerà il diritto internazionale; rinunciare ad eventuali accordi presenti e futuri con aziende belliche; tradurre in atti concreti le promesse sulle borse di studio per studenti palestinesi, destinando fondi trasparenti e immediati; assumere una posizione pubblica di condanna del genocidio in corso, schierandosi senza ambiguità a fianco della Palestina.
Il Coordinamento Unical per la Palestina intensificherà la mobilitazione finché l’Università della Calabria: riconosca senza ambiguità lo Stato palestinese; finanzi borse di studio per studenti palestinesi; cessi ogni collaborazione con università e ricercatori sionisti.
La scienza non dev’essere strumento di normalizzazione della violenza. Se l’Ateneo dichiara di “promuovere la cultura della pace”, questa oggi esige il boicottaggio accademico, politico ed economico di chi bombarda e affama i civili a Gaza".