Vibo, aggressione in carcere: Libera chiede potenziamento degli organici
È allarme alla casa circondariale di Vibo Valentia, dove nei giorni scorsi tre detenuti della sezione dedicata ai detenuti problematici hanno aggredito il personale della Polizia Penitenziaria, utilizzando lamette, oggetti contundenti e lanciando olio bollente. Cinque agenti sono rimasti feriti.
Il Coordinamento provinciale di Libera ha commentato l’accaduto: "Ai cinque agenti rimasti feriti esprimiamo tutta la nostra gratitudine per il delicato lavoro che sono chiamati a svolgere e auguriamo loro una pronta guarigione. Il loro intervento tempestivo ha permesso di sedare la rivolta, circoscrivere i danni e di mettere in sicurezza gli altri detenuti."
Secondo l'associazione, "quanto accaduto non è un caso isolato. Quotidianamente uomini e donne della polizia penitenziaria, in sinergia con educatori e psicologi, sono costretti a gestire una complessità sempre in movimento tra mille difficoltà strutturali e con gravi carenze di organico."
Attualmente, i 190 agenti in servizio presso l’istituto sono ben al di sotto dei 288 previsti dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
"Ci uniamo al grido di allarme del sindacato, ribadendo la necessità urgente di potenziare gli organici e garantire la piena titolarità delle figure dirigenziali, al fine di tutelare l’incolumità del personale operante e degli stessi detenuti e assicurare continuità ed efficacia al servizio," si legge nella nota.
"Uno dei dodici punti della nuova agenda politica di Libera pone al centro la situazione carceraria, promuovendo l’idea di un carcere che rieduchi e sia inclusivo; investimenti e risorse per costruire luoghi che garantiscano non solo l’espiazione della pena e la responsabilità individuale, ma anche una forza trasformativa e rigenerante, volta a restituire alla società persone consapevoli e capaci di compiere scelte responsabili" sottolinea ancora.
Il Coordinamento conclude: "Serve una sinergia tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’ per rendere effettivo l’articolo 27 della Costituzione. Il carcere deve essere luogo di speranza e cambiamento, non di marginalizzazione. Dotato degli strumenti per rieducare, contribuisce a ridurre la recidiva e a costruire una società più sicura e umana."