Carabiniere aggredito a Catanzaro, la versione degli indagati
Hanno entrambi parlato davanti al giudice per le indagini preliminari che li ha mandati agli arresti domiciliari i due giovani catanzaresi Vincenzo Procopio e Luca Danieli (originario di Borgia), ventenni sospettati di aver preso parte al pestaggio di un giovane carabiniere libero dal servizio avvenuto nei giorni scorsi nel quartiere marinaro di Catanzaro. Indagati per lesioni personali e resistenza e violenza a pubblico ufficiale, i due sono comparsi nell'aula del giudice Abigail Mellace, che ha emesso l'ordinanza cautelare a loro carico, affiancati dai rispettivi difensori, l'avvocato Raffaele Fioresta per Procopio, e l'avvocato Arturo Bova per Danieli. Procopio ha respinto con decisione ogni accusa, e ha sostenuto di essere completamente estraneo alla vicenda per come ricostruita dagli investigatori; Danieli, invece, ha fornito la propria versione dei fatti, ed ha ricostruito la vicenda oggetto dell'inchiesta in maniera del tutto difforme ed opposta a come ha fatto il militare rimasto ferito dopo l'aggressione. Quest'ultima, secondo l'impianto accusatorio costruito dal sostituto procuratore Paolo Petrolo sulla scorta delle indagini dei carabinieri di Lido, sarebbe avvenuta ad opera dei componenti di una sorta di banda, quattro per la precisione, che dopo aver cominciato ad infastidire il militare che passeggiava sul lungomare, e nonostante lui si fosse fatto riconoscere come un carabiniere libero dal servizio, lo avrebbero preso ripetutamente a calci e pugni, prima di darsi alla fuga. Ai due indagati gli investigatori sono arrivati proprio grazie alla descrizione fornita dalla vittima del pestaggio - che ha avuto sette giorni di prognosi -, ma anche di alcuni testimoni che passavano di li', nonche' da alcuni commenti su quanto avvenuto che sarebbero circolati in rete. Gli inquirenti sono ora sulle tracce dei complici, mentre per i due giovani finiti ai domiciliari si attende il ricorso al tribunale del riesame.