Incendio a Scifo: Italia Nostra, gravissimi danni alla biodiversità nell’Amp
“Non c’è pace per le aree protette del territorio crotonese, sia montane che marine. Dopo i tagli forestali “autorizzati” del bosco di Villa Margherita, denunciati dalle associazioni e bloccati dalla Procura di Crotone tramite sequestro dell’area, arrivano gli incendi, ovviamente dolosi. Puntuali, come un rito ineluttabile, questi scempi ambientali si ripetono ogni estate,con l’arrivo delle temperature calde. - È quanto si legge in una nota stampa di Teresa Liguori, Italia Nostra Crotone - Come riportato dalla stampa locale, questa volta a subire danni ingenti alla macchia mediterranea, alla biodiversità ed al paesaggio è stato quel tratto di costa che si estende, a picco sul mare, tra l’antica torre costiera di Scifo e capo Alfieri. Il litorale, uno dei più suggestivi dell’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto”, è impreziosito da deliziose calette, poco frequentate, raggiungibili solo attraverso ripidi sentieri in mezzo ad una natura rigogliosa.
Meglio ancora, quella che era rigogliosa, prima che a fine giugno scorso scoppiasse l’incendio alimentato da un forte vento di tramontana e domato con un certo ritardo dai vigili del fuoco, già impegnati in altri roghi in contemporanea. Tutto previsto perché i danni fossero pesanti sia alle persone che all’ambiente. Inspiegabile quindi non siano state programmate in tempo adeguate misure atte a prevenire i roghi, come le opere di pulizia delle sterpaglie, facile esca al fuoco; la mancata manutenzione ordinaria di queste aree protette diventa così concausa dei danni. Oltre al pericolo per i campeggiatori, per lo più famiglie con bambini, intossicati dal fumo e terrorizzati dalle fiamme, le conseguenze più serie sono state subìte dalla vegetazione delle dune, la macchia mediterranea ormai rara con i gigli di mare, i tamerici, i lentischi, gli olivastri, le euforbie, oltre che dalla fauna ed avifauna selvatica. Annientata anch’essa.Ed il paesaggio? Oltraggiato, annerito, offeso da mani criminali.Non curato come si dovrebbe insieme a tutto il prezioso patrimonio di natura e cultura del litorale. Da custodire non da bruciare”.
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