Crotone commemora la figura di Paolo Borsellino
Doppia iniziativa quella organizzata ieri dalla Provincia in occasione dell’anniversario dell’uccisione del giudice Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta (il 19 luglio del 1992). Una targa, che dall’esterno del palazzo avverte chiunque si appresta ad entrare con il messaggio "Qui la ‘ndrangheta non entra", e l’intitolazione della sala azzurra allo stesso giudice ucciso nella strage di via D’Amelio sono i segni che, come spiegato dallo stesso presidente Stano Zurlo, l’amministrazione vuole trasmettere nel segno della legalità. "Lo facciamo – ha aggiunto Zurlo – con l’intitolazione di questa sala fulcro di tante nostre attività, una richiesta che partita dal movimento Giovane Italia abbiamo accolto co n grande emozione sperando di onorare il coraggio e la forza di uomini che hanno sacrificato la vita per il sacro principio della legalità". All’iniziativa hanno partecipato il presidente del Consiglio regionale Francesco Talarico, il presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta Salvatore Magarò, il procuratore della Repubblica Raffaele Mazzotta, il presidente del Consiglio provinciale Benedetto Proto e diversi sindaci del territorio. Tutti hanno sottolineato come dal giorno dell’assassinio di Borsellino si sia innescato un processo di risveglio delle coscienze politiche, giudiziarie e sociali. "Un processo –ha ribadito Talarico- che deve intensificarsi in Calabria, dove negli ultimi anni la magistratura e le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro di profondo sradicamento della ndrangheta ed è adesso compito delle istituzioni politiche dare il primo esempio di chiusura verso questo mondo oscuro, per esempio nella costituzione delle liste dei partiti». Sul ruolo delle istituzioni Magarò ha sostenuto: "L’intitolazione di questa sala a Borsellino e l’affissione di questa targa ideata dalla Regione e richiesta dalla Provincia di Crotone rappresentano la dichiarazione di responsabilità che questa amministrazione si sta assumendo, dando un segno di credibilit