Fondazione Campanella: Grandinetti (Fli), difendere realtà all’avanguardia
“Domani c’è Giunta regionale, si parlerà di Sanità e delle difficoltà di alcune strutture d’eccellenza del nostro territorio? E’ il caso di togliersi le bende dagli occhi. Le notizie che si susseguono in merito alla chiusura della Fondazione per la ricerca e la cura dei Tumori, Tommaso Campanella, destano preoccupazione ma nello stesso tempo domande. - È quanto scrive in una nota stampa Francesco Grandinetti Vice coordinatore FLI Calabria - Si è in apprensione per il futuro di 270 famiglie, quelle dei dipendenti del polo Oncologico, si è in ansia per i malati e per i loro cari che hanno da tempo trovato risposte in questa struttura e che dal 30 settembre avrebbero molti problemi e che nonostante l’agitazione non è mai venuto meno. Intanto, ci siamo riuniti e abbiamo discusso a fondo sulla necessità di agire e stare vicini Alla struttura in questa loro protesta. Quindi, la solidarietà di FlI va ai lavoratori così come a tutta l’utenza, ma ciò non basta perché delle parole i cittadini calabresi non sanno più che farsene. Le azioni tanto promesse in campagna elettorale oggi devono essere i fatti che ridanno serenità alle famiglie coinvolte in questa vicenda. In questi giorni di protesta, silenziosa e corretta dei dipendenti della Fondazione, mi sono informato come semplice cittadino sul servizio che la struttura offre. Ho potuto costatare – continua a scrivere Grandinetti - che molti sono i malati e i familiari che esprimo la loro vicinanza alla Polo Oncologico, proprio perché hanno vissuto in prima persona il dramma della malattia e ne conoscono bene le conseguenze pisico-fisiche e materiali. La loro testimonianza toccante e severa mi porta a chiedermi come possiamo restare insensibili davanti a tale sofferenza, come è possibile che sino ad oggi non si sia preso un serio provvedimento per salvare questo presidio di cura e di salvaguardia di diritto alla salute. La politica si assuma ogni responsabilità è agisca con immediatezza perché tutto si avvii a soluzione. Il timore che l’estate possa far calare l’attenzione sul problema o che la politica decida di andare in vacanza è fondato ma l’onesta di chi vuole stare in primo piano accanto ai cittadini con il proprio programma politico sta anche in queste battaglie. La risposta negativa data dal Tavolo Massicci non è stata diversa da quella di marzo scorso perché questo immobilismo? Perché nessuno ha preparato una risposta adeguata da presentare al Tavolo Massicci? Ci si chiede, allora, che cosa hanno fatto e stanno facendo i soci fondatori del COE, la Regione Calabria e l’Università Magna Graecia? La politica regionale deve fare quadrato a difesa di questa realtà all’avanguardia, che è punto di riferimento regionale per il malato oncologico, così come l’Università deve far sentire la propria forza a difesa di un punto d’eccellenza per la ricerca. Ma mi pare che tutto sia ovattato, uno strano torpore fa andare ogni cosa a rilento, mentre l’urgenza è più che evidente. Sarebbe veramente spiacevole chiudere oggi una struttura così importante per incapacità di mantenere posti di lavoro, qualità e professionalità per aprine domani una nuova con altre caratteristiche di ricerca e accontentare “qualcuno” per mera e mortificante (per tutti i politici seri) strategia elettorale. Noi siamo con tutta la politica corretta e operosa da qualsiasi parte si trovi, al fine di stare accanto ai cittadini che in questa vicenda potrebbero veramente pagare un prezzo molto alto”.
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