Provincia di Crotone: conferenza dei capigruppo sulla soppressione delle provincie
Il Consiglio Provinciale visto: l’art. 15 Dl 138/2011 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 188 del 13 agosto 2011, concernente la soppressione di Province; considerato: che il citato articolo contempla, a decorrere dalla scadenza del mandato elettorale amministrativo in corso, la soppressione delle Province la cui popolazione, rilevata dal censimento 2011, sia inferiore a 300.000 abitanti o la cui superficie complessiva sia inferiore a 3000 chilometri quadrati; che la prevista disposizione normativa è stata assunta con decretazione d’urgenza tra le “ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”; - comunica una nota stampa della Provincia di Crotone - che malgrado l’inserimento nella manovra economica, resasi necessaria immediatamente dopo l’adozione della finanziaria 2012, risulta sprovvista la quantificazione delle risorse finanziarie derivanti dalla configurata soppressione; che nel richiamato articolo 15 sono previste, altresì, il dimezzamento del numero dei consiglieri e degli assessori della Province; che, pur nella consapevolezza tanto della delicata e difficile fase che investe l’economia e la finanza internazionale, specie nei Paesi occidentali, tra cui l’Italia, quanto che la manovra economica è stata adottata al fine di fronteggiare l’ondata speculativa dei mercati finanziari, per rassicurare gli investitori istituzionali ed internazionali e la BCE, tuttavia risulta avulsa dall’impostazione e dalle finalità della manovra l’avvenuto improprio inserimento della disposizione contenente la soppressione di alcune Province; che, invero, tutte le Province incidono nella misura dell’1,5% della spesa pubblica di talché i costi delle Province di cui è stata prevista la soppressione sono assolutamente irrilevanti perché si attestano ad una cifra decimale e, dunque, del tutto ininfluenti ai fini del contenimento della spesa; che di contro la eliminazione delle Province priverebbe aree territoriali significative del Paese di essenziali e talvolta decisivi presidi di democrazia, di lavoro e di sicurezza (Prefettura, Questura, Comandi provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Cfs, Vigili del Fuoco, Azienda Sanitaria Provinciale, Direzione provinciale del Tesoro, Ufficio Scolastico provinciale, Ragioneria dello Stato, Agenzia delle Entrate, Agenzie delle Dogane, Agenzia del Territorio, Direzione provinciale del Lavoro, Camera di Commercio, direzioni provinciali Inps ed Inail, Aci, Croce Rossa Italiana, Agenzia provinciale Poste Italiane, Motorizzazione Civile, Sezioni provinciali associative, sindacali ed Ordini professionali); che Crotone ha lungamente anelato l’istituzione dell’autonomia provinciale, conseguita per la riconosciuta millenaria identità storico-culturale sin dalla Magna Grecia ed in epoca più recente nel Marchesato, per la omogeneità del tessuto economico e produttivo, per i radicati interessi della comunità e per la coesione sociale, per le condivise finalità di sviluppo eco-compatibile e la convergente promozione di un reale processo di crescita occupazionale; che, condivisibile risulta l’avvertita esigenza di una riflessione più generale sull’assetto istituzionale del Paese ricomprendente, anche, l’articolazione degli enti territoriali; che in tale prospettiva, scevra da condizionamenti emergenziali di carattere esclusivamente economicistico, occorre avviare il confronto all’interno delle istituzioni parlamentari e elettive; che, parimenti, risultano inammissibili le pressioni azionate da settori economici ed editoriali, ai quali sicuramente sfugge la complessità e una visione organica d’insieme che è connaturata all’assolvimento di compiti e funzioni di governo democratico del Paese, ispirato e regolato dai principi costituzionali; che, invero, la previsione contenuta nell’articolo 15 del cennato decreto legge si palesa in evidente violazione con quanto disposto dall’art. 133 della Costituzione italiana, il quale, nulla disponendo in ordine alla soppressione di Province, disciplina esclusivamente le ipotesi di Istituzione di nuove Province e di Modifica di quelle esistenti, peraltro prescrivendo un procedimento legislativo aggravato dall’iniziativa comunale e dal coinvolgimento della Regione interessata; - continua la nota - che la soppressione delle Province di Crotone e Vibo Valentia costituirebbe un evidente depauperamento per l’intera Calabria, oltre a disarticolare un condiviso e consolidato equilibrio istituzionale e geografico, già recepito in tutti gli strumenti legislativi e di programmazione regionali, nazionali e comunitari; che la Regione Calabria è chiamata a difendere le sue scelte e gli interessi delle sue comunità e in tale prospettiva deve impegnare e mobilitare le rappresentanze parlamentari espressioni dell’intero territorio regionale, senza vincolo di mandato, perché svolgano ogni utile iniziativa in difesa delle Province di Crotone e Vibo Valentia, contrapponendosi ad ogni scelta che comporti la soppressione delle due Province calabresi.
Chiede sin d’ora che nelle denegata ipotesi in cui, malgrado tutte le iniziative che saranno intraprese dalla Regione Calabria, dalle Province e dai Comuni interessati in difesa delle Province di Crotone e Vibo Valentia dovesse essere convertito in legge il richiamato decreto la Regione Calabria s’impegni ad impugnare dinanzi la Corte Costituzionale, con giudizio in via principale, il più volte menzionato art. 15 nella parte in cui prevede la soppressione delle Province nei termini suddetti.