Guccione Censore e Aiello hanno presentato un interrogazione al presidente Scopelliti
I Consiglieri regionali Carlo Guccione (primo firmatario) e Bruno Censore (entrambi del Pd) e Ferdinando Aiello (Sel-Gruppo Misto) hanno presentato un’articolata interrogazione a risposta immediata al Presidente della Giunta regionale calabrese, on. Giuseppe Scopelliti con la quale sollecitano l’Esecutivo regionale a mettere mano al più presto ad una riforma complessiva del settore idrico in Calabria che tenga conto, in primis, delle situazione di totale indebitamento dei Comuni che non possono sostenere in alcun modo mutui o debiti fuori bilancio per i prossimi venti-trent’anni, così come la Delibera n° 71/2011 sembra ipotizzare e che sia portata all’attenzione del Consiglio Regionale la risposta che la Giunta Regionale ha dato o intende dare alla Delibera n° 369/2011 della Corte dei Conti che, nelle conclusioni della Relazione di accompagnamento, evidenzia una serie di forti criticità nella gestione del sistema idrico calabrese su Sorical S.p.a. Dopo aver evidenziato che mancano a tutt’oggi alcuni adempimenti fondamentali previsti per legge per l’attuazione della Legge 34 del 29 dicembre 2010 con cui è stato istituito l’ATO regionale, i tre firmatari dell’interrogazione si chiedono se tutto questo non possa configurarsi anche come uno sperpero di denaro pubblico, atteso che alcune Province avevano già raggiunto e superato la fase ricognitiva anche delle situazioni patrimoniali di cui al comma n° 1 della Legge Regionale n° 34 / 2010. A tal proposito c’è da tenere presente che la Corte dei Conti ha già attenzionato tale situazione conflittuale. Guccione, Censore e Aiello, infine, dopo aver constatato che il nuovo soggetto regionale (ATO unico) non ha preso ancora corpo e, soprattutto, che gli enti locali (Comuni) non possono essere esautorati delle proprie specifiche competenze in materia di gestione del servizio idrico, paventano anche la possibilità che la Corte dei Conti, dall’esame di tutte le Delibere e Leggi che hanno sin qui sostenuto Sorical, possa intravedere nell’azione della Regione una sorta di copertura, effettuata con proprie risorse, di quella quota di investimenti che, invece, avrebbe dovuto coprire Sorical. In tutto ciò c’è da considerare che la Corte esamina la situazione generale (ed anche particolare della Sorical) anche alla luce del referendum abrogativo che non consente sic et simpliciter il rientro in tariffa delle quote destinate ad investimenti.