Aumento Iva: Confcommercio Crotone, diversi prodotti a rischio rincaro
Riceviamo e pubblichiamo una nota del presidente di Confcommercio Crotone Alfio Pugliese dal titolo Sui prezzi arriva l'effetto Iva “Prezzi più elevati, minori consumi". Dal frigorifero alle scarpe, dal profumo alla tovaglia, dalla tv alla chitarra. E' lungo l'elenco dei prodotti di largo consumo che sono a rischio rincaro, con il passaggio dell'aliquota Iva del 20 al 21 per cento:
“Con la pubblicazione della manovra bis varata dal governo nella Gazzetta Ufficiale del 16 settembre, dal 17 settembre sono scattati gli aumenti relativi all'innalzamento dell'Iva dal 20% al 21%. Dalla tv al vino, dai giocattoli alle automobili, dalle scarpe ai detersivi, molti prodotti saranno più cari. Nessun rincaro invece dovrà esserci per pane e latte, pomodori e giornali, per fare degli esempi di prodotti con Iva al 4%. Complicato orientarsi per chi mangia cioccolata: aumenti in vista per le confezioni di pregio, prezzi fermi invece per le comuni 'tavolette'. Discorso analogo per il caffè: c'è da aspettarsi un rincaro per la confezione al supermercato, invariato dovrebbe restare il prezzo della tazzina al bar, perché nel primo caso l'Iva è al 20 e aumenterà al 21% nel secondo caso e' al 10% e resta com'e'. L'aumento sul singolo acquisto si sentirà poco: per un paio di scarpe da 120 euro, l'aumento sarà di appena 1 euro. Ma e' previsto che la norma porti complessivamente nelle casse dello Stato 700 milioni di euro già quest'anno e 4,2 miliardi di euro l'anno dal 2012. Insomma l'esborso per le famiglie potrebbe oscillare dai 123 euro calcolati dalla Cgia di Mestre ai 173 da Federconsumatori e Adusbef fino ai 500 euro che preoccupano le catene di distribuzione come la Coop. Più caro anche il pieno per l'auto. Con l'aumento dell'Iva previsto dalla manovra ''il prezzo della benzina aumenterà di 1,2-1,3 centesimi al litro'', calcola il presidente dell'Unione petrolifera, Pasquale De Vita. Per quanto riguarda l'impatto sui consumi, De Vita ha spiegato che ''il trend e' negativo e i consumi vanno già maluccio e questa misura certo non aiuta''. I prodotti e i servizi nel mirino sono molti: auto e moto, abbigliamento e calzature, taglio e piega dal parrucchiere, piatti e tovaglie, mobili e lampade, rossetti e rasoi, frigoriferi e lavatrici, solo per citare alcuni dei prodotti a largo consumo. Anche il turismo viene toccato con la previsione di un aumento per stabilimenti balneari e pacchetti vacanza. Si salveranno dal ritocco però tutte le operazioni effettuate con la pubblica amministrazione e quelle per le quali era già stata emessa la fattura anche se il corrispettivo ancora non e' stato pagato.
"L'incremento dell'aliquota Iva dal 20% al 21% avrà certamente l'effetto di ridurre le risorse disponibili del settore privato a favore delle Pubbliche Amministrazioni, ma il principale effetto depressivo riguarderà i consumi. Infatti, la traslazione sui prezzi finali del suddetto incremento di imposte provocherà un gradino inflazionistico, a regime, tra 3 e 5 decimi di punto con la conseguenza di una contrazione del potere d'acquisto del reddito disponibile e della ricchezza delle famiglie consumatrici". Questa la valutazione dell'Ufficio Studi Confcommercio in vista dell'entrata in vigore della norma relativa all'aumento dell'Iva. "Tutto ciò implicherà, considerando anche le poco incoraggianti prospettive future del sistema economico, una riduzione dei consumi di entità proporzionale all'incremento dei prezzi al consumo. Inoltre, la riduzione della base imponibile dell'Iva, a causa dei minori consumi, fa immaginare che i previsti 4,2 miliardi di gettito teorico aggiuntivo (a regime) debbano essere ridotti a 3,7-3,9 miliardi effettivi". "L'effetto depressivo della manovra Iva potrebbe poi risultare molto più marcato di quanto ipotizzato a causa del combinarsi degli effetti di una pluralità di provvedimenti tutti orientati nella medesima direzione di incrementare la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese".