Uccise la convivente a Strongoli, rumeno a giudizio
Sarà giudicato con rito abbreviato Florin Busliuc, romeno di 24 anni, accusato dell'omicidio della 20enne Andrea Marcela Iordache, la connazionale sua ex convivente e madre di sua figlia, uccisa con nove coltellate il 16 febbraio scorso a Strongoli Marina (Crotone). Il rito alternativo al dibattimento - che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo - sarà celebrato il prossimo 17 novembre, come stabilito oggi dal giudice dell'udienza preliminare di Crotone, Paolo De Luca. Dopo la richiesta della Procura di un giudizio immediato a carico del giovane romeno, la difesa di Busliuc - affidata all'avvocato Vittorio Platì - ha formalizzato quella di abbreviato oggi in aula, dove con l'avvocato Scaramuzzino si è costituita parte civile la madre della giovane deceduta, nell'interesse proprio e quale curatrice speciale dei due figlioletti della vittima a lei affidati. L'avvocato Platì aveva chiesto che il rito alternativo fosse condizionato all'espletamento di due perizie sul proprio assistito, una psichiatrica ed una tossicologica - dal momento che il giovane ha ammesso di essere consumatore di eroina e cocaina - , ma di fronte al rigetto di questa sua istanza il penalista ha comunque optato per un abbreviato "secco".
Busliuc, secondo quanto contestatogli e secondo quanto da lui stesso ammesso, avrebbe assassinato la ex compagna non sopportando l'ennesimo rifiuto di lei di tornare insieme. La relazione tra i due - dalla quale e' nata una bimba che oggi ha due anni -, era stata alquanto burrascosa e difficile, e si era infatti interrotta definitivamente circa due mesi prima dell'omicidio, quando Andrea Marcela aveva preso il suo primo figlioletto di tre anni e la bimba nata dal rapporto con Busliuc e si era trasferita a vivere accanto alla madre, in una casetta a Santa Foca' di Strangoli. Qui, il 16 febbraio scorso, il 24enne l'aveva raggiunta per tentare ancora una volta di convincerla a tornare con lui. Lei, però, era stata irremovibile, scatenando l'ira del giovane che - sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti -, afferrato un coltello da cucina con una lama lunga 18 centimetri, l'aveva colpita una prima volta al petto, per poi inseguirla nel piccolo cortile fuori dall'abitazione e sferrarle ulteriori otto fendenti, altri sette al petto ed uno alla gola. Lo stesso Busliuc, a quel punto, aveva chiesto ad un connazionale accorso sul posto assieme ad altri vicini di chiamare un'ambulanza ed i carabinieri. I militari lo avevano trovato accanto al cadavere della ventenne, coperto di sangue e sconvolto. Interrogato dal sostituto procuratore Alessia Miele e dagli uomini del colonnello Francesco Iacono, già nell'immediatezza dei fatti il romeno aveva ammesso le proprie responsabilità, sostenendo di essere stato vittima di un raptus che ne avrebbe scatenato la violenza.