Cedolia su sospensione treni Reggio Calabria - Torino
Massimiliano Cedolia, esponente di Italia dei Valori, attraverso un comunicato stampa interviene sul provvedimento adottato da Trenitalia S.p.A. che ha disposto la soppressione dei treni a lunga percorrenza per il collegamento di Reggio Calabria con Torino, Milano e viceversa.
<<Tale provvedimento deciso nell'ombra già da alcuni mesi, registra la grave complicità del Governo regionale di Agazio Loiero che non ha opposto alcuna resistenza, senza valutare peraltro le conseguenze che sarebbero scaturite e che avrebbero provocato grave nocumento ai calabresi, lasciati nella completa disinformazione. Per meglio comprendere quali siano i danni provocati alla Calabria è necessario illustrare i contenuti del provvedimento che diventerà esecutivo il 1° marzo p.v.
La Calabria disponeva di collegamenti diretti con il Nord Italia tramite i treni 752 e 768 rispettivamente per i collegamenti verso Milano e Torino, mentre da Milano e Torino per Reggio Calabria rispettivamente esistevano i treni 751 e 761. I quattro convogli citati, al nodo ferroviario di Lamezia Terme originavano altri quattro treni per collegare la parte ionica della Calabria, la cosiddetta linea di Roccella Ionica. Dal primo marzo, con la disposizione di Trenitalia S.p.A., sono stati soppressi tutti gli otto treni menzionati. Questo implicherà la presunta riduzione di personale pari a circa 80 unità e nessun collegamento diretto della Calabria per il Nord Italia e viceversa
Secondo quanto comunicato dal personale in servizio a Trenitalia, su questi treni si incontrano migliaia di utenti, viaggiatori abituali, che per ragioni di lavoro, di studio e familiari vivono da pendolari, partendo per le destinazioni settentrionali la domenica sera e facendo rientro a casa il venerdì. Ma non solo, il collegamento diretto di questi treni con la città di Genova, costituiva anche il modo più economico per raggiungere l'ospedale Gaslini dove molte famiglie vi accompagnano i propri figli bisognosi di cure mediche. Non a caso, i treni soppressi vengono definiti "treni sociali raccoglitori", in quanto consentono il collegamento diretto dei centri cittadini meridionali: Battipaglia, Ascea, Sapri, Maratea, Scalea, Paola, Amantea, Lamezia Terme, Vibo Valentia, Rosarno, Gioia Tauro e Villa S.Giovanni alle destinazioni più lontane del Nord Italia e viceversa.
Dal 1° marzo gli stessi utenti dovranno affrontare un aggravio di spesa, pari circa al doppio di quanto sostenevano in precedenza, ed anche il disagio di dover effettuare obbligatoriamente il cambio treno a Roma, attendendo le coincidenza per le varie destinazioni, (Firenze, Bologna, Alessandria, Genova, Torino ed altri grandi centri). E' evidente che oltre allo svantaggio di dover trascinare i propri bagagli da un treno ad un altro, con attese in stazione, esistono categorie di persone impossibilitate ad effettuare autonomamente i cambi. La società Trenitalia sostiene di aver compensato la soppressione dei suddetti treni con il potenziamento del treno notte 1926 che collega la Sicilia a Milano, ma questo convoglio oltre a non svolgere servizio passeggeri (solo vagoni letto e cuccette), non può assolutamente soddisfare la domanda dei viaggiatori dei treni soppressi, in considerazione del fatto che i convogli soppressi trasportavano da 700 a 900 passeggeri, ognuno, e che il potenziamento consiste soltanto in un massimo di 180 posti. Visto il disagio che il provvedimento porterà dal 1° marzo, non si comprende l'immobilismo della Regione Calabria, con una Giunta di centro sinistra che sarebbe dovuta essere sensibile e vigile alla tutela dei diritti della parte più bisognosa della collettività, ma che finisce solo con l'agevolare altre categorie di trasporto quale le autolinee di lunga percorrenza, spesso agevolate con fondi pubblici, senza considerare che l'incentivazione del trasporto su gomma crea ulteriore disagio al sistema viario autostradale già di per sé stesso inadeguato. Silenzio, ancora più grave, se si considera che scelte di forte impatto sociale vengono lasciate esclusivamente alla volontà di Trenitalia S.p.A. che risponde soltanto alla logica del profitto ed al rispetto dei territori più influenti e meglio rappresentati. Considerando che si sta sopprimendo un "servizio sociale", non si può restare indifferenti ad una simile ingiustizia, perciò, oltre a sostenere le iniziative di protesta che si organizzeranno sul territorio, informo di aver già interessato l'On. Domenico Scilipoti, membro dell'VIII Commissione alla Camera dei Deputati per presentare al Parlamento un Atto di Sindacato Ispettivo per verificare la legittimità del provvedimento da parte di Trenitalia e per proporre i necessari correttivi a tutela della parte meno abbiente della popolazione>>.