Province: lettera BCE, Upi “Dal Governo risposte sbagliate”
“Evidentemente i consigli che la BCE ha voluto dare al Governo non sono stati ritenuti utili, altrimenti non si comprende perché si sia scelto di dare risposte sbagliate e certo non in linea con quanto richiesto”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione, commentando il testo della lettera inviata dalla BCE i primi di agosto al Governo. “Una lettera – ha detto – su cui si è tanto favoleggiato. E’ stato detto che contenesse una indicazione chiara sull’abolizione delle Province come condizione indispensabile perché i mercati si sentissero rassicurati e quindi per salvare l’Italia dalla crisi. Oggi invece apprendiamo dalla lettura che si chiedeva espressamente al Governo di dare il via a misure ritenute essenziali per accrescere il potenziale di crescita, dal miglioramento della qualità dei servizi pubblici, alla riforma del fisco, alle liberalizzazioni.
Solo in chiusura, incoraggiando il Governo ad avviare una riforma completa della pubblica amministrazione, la BCE indica la possibilità di abolire o accorpare alcuni strati amministrativi intermedi, come le Province. Dunque il Governo ha deciso di non considerare utili tutte le richieste della BCE votate alla ripresa, e invece di dare seguito all’unica raccomandazione finale, ovviamente nell’accezione più negativa proposta, quindi scegliendo l’abolizione non l’accorpamento, che pure veniva indicato. Una misura, che, e a ben ragione, non è inserita nella lettera tra quelle indispensabili per favorire la crescita, perché non produce alcun risparmio. L’unica, tra l’altro, che avrebbe dovuto essere rispedita al mittente, perché una Banca Economica può dare suggerimenti sulle misure economiche, ma non dovrebbe certo intromettersi su come un Paese democratico intende organizzarsi a livello politico e istituzionale. E qualcuno avrebbe quantomeno dovuto farlo notare”.