La Diocesi di Crotone al convegno regionale della pastorale giovanile
«È ora di svegliarsi». È questo il monito di Mons. Giuseppe Morosini, vescovo di Locri-Gerace, a conclusione del convegno regionale di pastorale giovanile, svoltosi dal 30 settembre al 2 ottobre a Drapia, vicino Tropea, al quale ha partecipato anche una delegazione della diocesi crotonese. «La vita non ci attende - ha continuato Mons. Morosini, coordinatore del convegno - la frattura della Chiesa con il mondo giovanile si è già consumata, dobbiamo recuperarla, inserendo il movimento di pastorale giovanile in un contesto di apertura missionaria». Parole queste in linea con il titolo del convegno “faceGod (volto di Dio) - tanti contatti più relazioni”, che ha visto la partecipazione di tutte le dodici diocesi della Calabria. Dal convegno è emersa la necessità di tornare ad evangelizzare, in un periodo storico in cui si assiste ad una vera e propria epoca di “scristianizzazione”. In Calabria, in particolare, la catechesi rivolta ai giovani non può non essere legata al tema della legalità. «Se si viene meno alla legalità - ha aggiunto ancora Mons. Morosini- e come se si venisse meno ad uno dei comandamenti di Dio». Il convegno è stato struturato in due fasi principali. Nella prima fase, attraverso diverse relazioni, è stata fatta una lettura della condizione giovanile, sia dal punto di vista socio-culturale che dal punto di vista educativo-pastorale. Tra i tanti interventi quello di Enzo Romeo, giornalista calabrese, vaticanista e inviato del TG2, il quale ha sottolineato che la piaga peggiore della nostra regione è l’assuefazione. «I giovani della Calabria - ha dichiarato Romeo - devono imparare a camminare su due gambe: la riscoperta del senso civico e l’appartenza religiosa.
I giovani calabresi devono rimanere nella propria terra perché la Calabria si sta desertificando, puntando sulla forza della fede, in una società nella quale Dio viene escluso, è messo tra parentesi». La seconda fase del convegno ha visto protagonisti i giovani che, divisi in diversi gruppi di studio, hanno affrontato, confrontandosi tra di loro, la tematica della cittadianza attiva, della formazione, del lavoro, del tempo libero, dell’evangelizzazione, della vita nello Spirito. Il confronto tra le diverse realtà giovanili diocesane ha portato in luce una serie di punti di debolezza da trasformare in punti di forza, quali la mancanza di formazione, di coesione e di speranza. Al convegno sono intervenuti anche il Prof. Enzo Bova, docente Unical, Don Armando Matteo, autore del libro La prima generazione incredula, Don Giovanni Maurello e Mons. Pietro Santoro,vescovo di Avezzano. Due sono stati i principali momenti di preghiera vissuti intensamente da vescovi, preti, suore, educatori, educandi che hanno preso parte al convegno: la veglia di preghiera, presieduta da Mons. Vittorio Mondello, arcivesco metropolita di Reggio Calabria, e la celebrazione eucaristica domenicale, presieduta da Mons. Mariano Crociata, segretario generale Cei. Quest’ultimo, durante l’omelia, sottolineando l’importanza della responsabilità personale di ciascuno, ha citato una frase di Sant’Ignazio di Loyola “Agisci come se tutto dipendesse da te stesso”.