Previsti 260 posti di lavoro in meno nel 2011
L’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Crotone ha pubblicato i dati del rapporto Excelsior per l’anno 2011. Le previsioni del sistema imprenditoriale crotonese indicano una perdita di 260 posti di lavoro nell’anno in corso, come conseguenza di un numero di uscite di lavoratori (2.170 unità), nettamente superiore ai movimenti in entrata (1.910 unità). Questi 260 posti di lavoro in meno si traducono in una contrazione della base occupazionale dell’1,5%, peggiore sia di quella nazionale (0,7%), che di quella regionale (1,3%).
“Se il contesto nazionale e mondiale appare ancora impantanato nella crisi, - è il commento del Presidente dell’Ente camerale Fortunato Roberto Salerno - il nostro territorio, oltre a questo, sconta la mancata consapevolezza di una reale vocazione turistica ed agroalimentare che deve necessariamente sopperire al fallimento di quello che è stato uno dei poli industriali più importanti del Mezzogiorno.
In quest’ottica – prosegue Salerno - la Camera di commercio di Crotone ha indirizzato il proprio impegno soprattutto sulle infrastrutture, in particolar modo attraverso l’intervento diretto sull’Aeroporto S. Anna e sul programma di sviluppo del Porto Turistico, con l’idea che allo sviluppo infrastrutturale sia legata l’unica opportunità di sfruttare appieno le enormi potenzialità della nostra offerta turistica e ridare, dunque, slancio alla nostra economia e al mercato del lavoro.”
Ma quali sono i settori di attività più vivaci dell’economia provinciale dal punto di vista occupazionale? In termini percentuali, il tasso di entrata più elevato (34,1%) é ascrivibile alle imprese turistico – ricettive (alberghi, ristoranti, servizi di ristorazione e servizi turistici), sebbene sia anche il comparto che sconti il tasso di uscita più alto (34,9%). In realtà, l’unico comparto che registra un aumento dei posti di lavoro, ovvero un saldo positivo tra entrate ed uscite, è quello del commercio (+4,6%).
Il turnover occupazionale è particolarmente significativo nelle piccolissime imprese (da 1 a 9 dipendenti) che fanno registrare un saldo negativo fra entrate (1.010 unità) ed uscite (1.050 unità) pari a 40 posti di lavoro (-0,5%).
Gli imprenditori locali preferiranno contratti a tempo determinato nel 49,8% delle nuove assunzioni, una percentuale nettamente inferiore al dato regionale (59,4%) ed alla media nazionale (60,2%).
Le imprese della nostra provincia preferiscono i contratti a tempo determinato che interesseranno il 49,8% delle nuove assunzioni previste per il 2011; a seguire, la scelta ricade sui contratti a tempo indeterminato che interesseranno il 47,5% delle nuove assunzioni, a fronte del 53,9% rilevato nel 2010. Nonostante il calo, il contratto a tempo indeterminato è utilizzato in misura maggiore rispetto alla media regionale (37,4%) e nazionale (31,6%).
Delle 1.400 nuove assunzioni non stagionali, il 68,1% è destinato ad essere ricoperto da uomini, in quanto ritenuti più adatti alle mansioni previste, il 19,4% è destinato indifferentemente a uomini o donne, mentre solo per il 12,5% dei nuovi posti di lavoro è richiesta la presenza femminile.
Il fabbisogno occupazionale non stagionale espresso dalle nostre imprese riguarda, nel 41,2% dei casi (pari a 580 assunzioni), lavoratori con un titolo di studio secondario e post secondario, percentuale prossima al valore medio nazionale (41%) e molto superiore a quello regionale (36,2%). A seguire, le richieste di lavoratori in possesso di qualifica di istruzione o formazione professionale (10,3% per 150 unità). In calo la richiesta di laureati che interesserà solo 90 assunzioni, pari al 6,5% del totale. Il dato, di per sé molto contenuto, è in diminuzione rispetto alla rilevazione precedente e conferma lo scarso interesse delle imprese private nei confronti dell’offerta di lavoro ad alta scolarizzazione.
Le imprese chiedono nel 27,2% dei casi conduttori di macchine impianti e nel 16%, a seguire la richiesta di operai specializzati che rappresenteranno delle nuove assunzioni. Nessuna richiesta di dirigenti.