VII rapporto sul lavoro sommerso con riferimento ai dati di Catanzaro e provincia

Catanzaro Attualità

"Sono stati certamente confortanti i dati resi noti durante la presentazione del VII rapporto sul lavoro sommerso presentato nei giorni scorsi a Roma. - Comunica una nota stampa - E avere oggi a disposizione una sistematizzazione dei dati aiuta a fotografare in maniera chiara una situazione che da anni costituisce una criticità dell’economia calabrese. L’essere stati presenti alla giornata ci ha dato la possibilità di un confronto diretto ma anche l’opportunità di portare un contributo di idee e vedere i frutti di un lavoro, fatto da anni come quello di sensibilizzazione nelle scuole, che arriva a sistema diventa buona prassi.

I dati che ci parlano di una diminuzione del lavoro sommerso ci confortano, ma, come commissione provinciale non li consideriamo un punto d’arrivo, se mai un punto di partenza per continuare quell’opera di sensibilizzazione fatta nelle scuole prima, tra le imprese poi e con le istituzioni in maniera contestuale.. E’ innegabile che il lavoro sommerso costituisca ancora oggi uno dei maggiori freni alla crescita e all'occupazione in Europa. Tale fenomeno riduce gli introiti fiscali e minaccia il finanziamento della sicurezza sociale. A livello delle imprese, esso tende a falsare la concorrenza e limita la produttività. La Commissione provinciale ha considerato sempre la lotta contro il lavoro sommerso una sfida chiave della modernizzazione delle legislazioni europee. - Continua la nota - Il dibattito suscitato in questi undici anni di lavoro ha dimostrato la volontà di tutte le parti interessate (amministrazioni, parti sociali, ecc.), di potenziare la cooperazione e di intensificare lo scambio di informazioni e di buone prassi. Quello che è apparso chiaro, dall’analisi dei dati riferiti alla provincia di Catanzaro, è che sono ancora vari fattori che sembrano favorire il ricorso al lavoro sommerso. Tra questi l'aumento della domanda di servizi alle famiglie e di assistenza come conseguenza dell'evoluzione sociodemografica; l'emergenza di relazioni di lavoro meno gerarchizzate e di sistemi di retribuzione più elastici; il forte incremento del lavoro indipendente, del subappalto, dei contratti flessibili e del lavoro a richiesta.

In più appare abbastanza evidente che i bacini in cui il lavoro sommerso pesca sono quelli degli studenti, i disoccupati e i lavoratori autonomi. Tale prassi è particolarmente ricorrente nei settori dell'edilizia e dei servizi alle famiglie. Il cammino intrapreso in questi anni sta dando i suoi risultati anche se è necessario lavorare ancora sulla riduzione dei vantaggi finanziari del lavoro sommerso, segnatamente modificando i sistemi d'imposizione, di retribuzione e di prestazioni sociali; riformare e semplificare le procedure amministrative (segnatamente, in termini di costi); migliorare i meccanismi di sorveglianza e i sistemi di sanzioni; sensibilizzare ulteriormente l'opinione pubblica sui rischi del lavoro sommerso e sui vantaggi del sistema legale. - Conclude la nota - Ma se tutto è perfettibile, possiamo dire di essere già a metà dell’opera e l’avere oggi a disposizione uno strumento sistematico come il rapporto elaborato dalla Regione Calabria e dalla commissione regionale guidata da Benedetto Di Iacovo ci consente di camminare su una strada già tracciata sapendo dove sono le criticità da migliorare e i punti di forza da valorizzare."