Sel di Reggio Calabria: “Rabbia di chi ama questa città”
Riceviamo e pubblichiamo
"Il rapporto diffuso qualche giorno addietro dalla Caritas e dalla Fondazione Zancan, messo a confronto col quadro sconcertante del caso Reggio delineato dagli ispettori della ragioneria generale dello Stato, da il senso e la misura non solo del baratro di illegalità nel quale è stata sprofondata la nostra città, ma anche della immoralità dei comportamenti dei soggetti coinvolti. - Comunica una nota stampa - Si legge nel rapporto che la media nazionale dell’investimento pro capite a favore dei disabili è pari a 6, 11 €, mentre in Calabria si ferma a 18 centesimi; che la media nazionale per gli anziani è di 7,5 € e quella della Calabria di 26 centesimi; infine, che la media nazionale pro capite complessiva per il sociale (per minori e famiglie, dipendenze, immigrati, poveri), è di € 11,96, mentre tale media nella nostra regione è pari ad un terzo (1/3) di quella nazionale.
Come si fa a non provare un moto di disgusto e di sgomento mettendo in relazione queste cifre con il sacco perpetrato ai danni della popolazione reggina, tutta intera, ma soprattutto a scapito delle fasce più deboli, costrette a fare i conti con la crisi globale e con la mancanza di lavoro ormai endemica nella nostra città?.
Leggere dei compensi stratosferici percepiti da certi dirigenti; dei conti truccati in maniera grossolana per dirottare fondi vincolati a favore di spese voluttuarie; di assunzioni effettuate grazie alla mancata rilevazione dello sforamento del patto di stabilità.
Essere informati, stavolta non da “politici faziosi e sfascisti”, di tutte le altre manovre accertate con i 22 rilievi 22 degli ispettori.
Tutto questo da un senso di vuoto e coltiva la rabbia di chi ama sul serio questa città, e soffre nel vederla soffocata dagli slogan e dagli annunci, da una politica volta non al bene comune, ma ad arraffare senza farsi scrupoli di alcun genere, a costruire la carriera politica fulminante dell’ex sindaco oggi presidente della Regione. - Continua la nota - Oggi è giusto chiedere chiarezza al neo sindaco piazzato sul più alto scranno del palazzo comunale per coprire e perpetuare l’opera del suo mentore.
Ancora più giusto e appropriato, però, è esigere da chi ha generato e alimentato il modello Reggio, che sarebbe meglio ribattezzare definitivamente “Modello Peggio”, di dare, se gli riesce e se ne è capace, una spiegazione plausibile su quanto prima immaginavamo e adesso abbiamo sotto gli occhi, nero su bianco, nella relazione ispettiva.
Ma chi è che può e deve condurre questa operazione-verità? Chi e con quali mezzi si deve assumere sino in fondo questa responsabilità? Questo è, a mio avviso, il nodo politico centrale della questione. Su questo si misura la credibilità di uno schieramento che deve ambire, se ne è all’altezza, a dare una prospettiva diversa e nuova, sì a Reggio, ma anche alla Calabria intera, perchè è chiaro che il sindaco che ha devastato la città di Reggio non può avere le carte in regola per governare la regione. Soprattutto perchè è agitando quel modello, rivelatosi falso, che ha ipnotizzato i calabresi che non sanno e che si sono fatti abbindolare.
E’ il momento, dunque, di offrire una credibile sana affidabile alternativa.
Troppo spesso, negli ultimi tempi, il centrosinistra ha dato di sè un’immagine litigiosa e rissosa, autolesionista, accondiscendente al limite della connivenza.
Come Sinistra ecologia e libertà, abbiamo più e più volte chiesto e quasi implorato il PD di assumere l’iniziativa, di cercare di mettere insieme i partiti, i movimenti, le associazioni, i singoli cittadini, tutti coloro, insomma, che si riconoscono nel quadro valoriale del centrosinistra, per attuare quel passaggio dalla denuncia e dalla critica alla proposta, passaggio senza il quale non acquisiremo mai quella credibilità della quale abbiamo bisogno come il pane per essere percepiti come una valida alternativa al “Modello Peggio”. - Conclude la nota - Abbiamo aspettato fin troppo, e abbiamo visto fin troppo. E’ il momento di prendere nelle nostre mani il nostro futuro, e come centrosinistra unito e coeso, e perciò forte e credibile, chiamare i reggini e i calabresi alla rivolta morale e alla presa di coscienza, delle quali abbiamo bisogno per intrevedere un via d’uscita da una situiazione tragica e non più sostenibile."
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