Provincia di Catanzaro, inaugurata la nuova sala della Giunta

Catanzaro Politica

E’ stata inaugurata oggi la nuova Sala della Giunta Provinciale di Catanzaro, disegnata dall'architetto Alessandro Mendini, designer ed artista di fama internazionale. “Si tratta di un evento importante - spiega il presidente dell’ente intermedio Wanda Ferro - in quanto da un lato dotiamo la sede dell’Amministrazione provinciale una sala di grande pregio artistico, dall’altro rendiamo omaggio agli uomini che hanno rappresentato questa istituzione, fin dal lontano 1816. E’ a loro che viene infatti dedicata una sala che, insieme a quella consiliare, è teatro, da quando esiste Palazzo di Vetro, dei momenti più rilevanti della vita politica e amministrativa della nostra Provincia”.

“Per realizzare un luogo capace di comunicare il dinamismo di questi anni che stiamo vivendo e l’energia che deve accompagnare le decisioni degli amministratori nel terzo millennio, abbiamo voluto un interprete d’eccezione che è Alessandro Mendini. Architetto, designer, artista di fama, Mendini ha retinterpretato lo spazio in maniera ardita, punteggiandolo di richiami alla nostra provincia e alla città di Catanzaro, quasi a voler rammentare a chi abiterà queste stanze, la responsabilità che compete loro e le aspettative della collettività catanzarese. Allora questa sala di Alessandro Mendini, dirompente nei colori e dalla fortissima personalità, è un messaggio di volontà di innovazione e cambiamento e al tempo stesso di energia ed ottimismo. All’interno di questo turbine di colori fanno un certo effetto le immagini dei presidenti che si sono alternati alla guida della provincia in tutti questi anni”.


LA NUOVA SALA SPIEGATA DAGLI ARCHITETTI | “Le sale ufficiali di rappresentanza politica - spiegano Alessandro e Francesco Mendini - hanno una grande tradizione architettonica in Europa. Dall'inizio del novecento vari architetti hanno progettato ambienti esemplari in Olanda, Belgio, Austria e altrove. Oltre ad essere funzionale, l'arredo deve esprimere un senso di collegialità e di dignità, perché dalle decisioni svolte in quello spazio si trasmettono i messaggi alla cittadinanza. La sala della Giunta della Provincia di Catanzaro si inserisce in questo contesto, con l'idea di dare una risposta estetica e con significati positivi e ottimisti. Il nuovo progetto di arredo si adatta alla architettura del palazzo esistente, il cui senso viene valorizzato nelle qualità sia formali che dei materiali. Centro del linguaggio decorativo del nuovo intervento è considerato lo stemma di Catanzaro, attorno al quale un sistema di segni geometrici sviluppa un pannello di mosaico, che fa da scenografia principale attorno al tavolo della giunta. Sul lato opposto della sala un altro pannello di mosaico esprime in modo astratto sia l'attitudine al lavoro della città, sia il suo skyline urbano. Entrambi hanno una superficie di circa 540 x 250 cm, sono stati realizzati in piastrelline di tipo vetroso di 1 x 1 cm ciascuna e stuccati in epossidico”.

Il progetto ha voluto includere ed esaltare alcune caratteristiche che abbiamo ritenuto di particolare interesse architettonico, come il controsoffitto i gesso e il pavimento in marmo. Il controsoffitto in particolare, testimonianza del gusto e delle tendenze dell’epoca nella quale il Palazzo della Provincia è stato realizzato, ha fatto da riferimento alla progettazione della sala, per la quale sono stati scelti colori vivaci e leggeri che si intonano con il verde del pavimento e esaltando gli spazi e la naturale luminosità dell’ambiente.

Sulle boiserie di legno laccato, è stata realizata una galleria di immagini dei presidenti della Provincia di Catanzaro dalla nascita della stessa istituzione fino ai giorni nostri. In questo caso la scelta di un colore unico per le immagini, riprese da fotografie e dipinti e rielaborate elettronicamente, ha avuto la funzione di conferire un senso di omogeneità e di alleggerirne l’impatto visivo, mentre l’eliminazione di ogni ordine nella disposizione dei ritratti è conseguente alla volontà di evitare una troppo netta disivione di stile tra una parte e l’altra della sala.

L’intera architettura della sala giunta ruota intorno al grande tavolo riunioni, un pezzo unico disegnato da Alessandro Mendini. Il tavolo, che misura 320 x 160 cm circa, ha il piano laccato a più colori e una grande base con anima metallica.

Per gli arredi sono state scelte le sedie De Padova disegnate da Ludovico Magistretti per il tavolo della giunta e gli elementi illuminanti di Fontana Arte.

Hanno partecipato alla progettazione con Alessandro Mendini: Francesco Mendini, Emanuela Morra e Bruno Gregori.


CENNI STORICI SULLA PROVINCIA DI CATANZARO |di Manlio Impera e Corrado Iannino

La storia ci tramanda che la Provincia di Catanzaro deriva dalla Provincia di “Calabria Ulteriore Seconda”, istituita da Ferdinando IV di Napoli nel maggio 1816. Allora la Provincia comprendeva i distretti di Catanzaro, Cotrone, Nicastro e Monteleone.

Nei secoli precedenti, Catanzaro era stata invece la capitale della Calabria Ulteriore che comprendeva anche tutto il territorio di Reggio Calabria, abbandonata dai funzionari perché troppo soggetta alle incursioni dei pirati barbareschi.

L’organizzazione del territorio di ogni provincia era suddivisa in provincia vera e propria, mandamenti, circondari, comuni.

La gestione e l’esercizio dell’azione della Provincia trovava a riferimento il Consiglio come organo deliberante e la Deputazione Provinciale come organo esecutivo, presieduta da un Governatore e poi da un prefetto di nomina regia.

Numerosi sono stati i cambiamenti assunti dalla Provincia nel corso della sua storia. Tra i più rilevanti quello avvenuto nel 1865 quando si stabilì che la Deputazione doveva essere costituita da dieci membri eletti dal Consiglio Provinciale e dal Prefetto, o quello deciso nel 1889, anno in cui si stabilì che il Presidente della Deputazione non doveva essere nominato dal Prefetto ma soggetto ad elezione. A quell’anno gli organi della Provincia erano: il Consiglio, la Deputazione ed il Presidente della Deputazione.

Tra le figure che si alternarono alla Presidenza della Deputazione, il primo nome che conosciamo è quello di Carlo Sanseverino, che guidò la Deputazione tra il 1889 ed il 1894, barone di Marcellinara ed erede di una famiglia nobile che trova le sue radici nel XV secolo che fu anche senatore del Regno. Non poteva che essere così perché di quei tempi coloro che dovevano guidare l’Ente rappresentavano i ceti più rappresentativi del territorio con un occhio preferenziale alla nobiltà che meglio garantiva l’equilibrio nell’esercizio del potere.

La Deputazione, organo esecutivo, svolse sino alla fine dell’Ottocento una preziosa azione di promozione della cultura e dell’economia del territorio. Si pensi alle borse di studio che consentirono a decine e decine di studenti di andare a studiare a Napoli perché in Calabria non esistevano luoghi per l’apprendimento di nozioni artistiche, o all’azione di sostegno svolta dall’Ente tutto (Deputazione e Consiglio) per la creazione di nuove scuole a Catanzaro e nei centri più importanti del territorio.

Sono da ricordare le tante azioni amministrative intraprese su un territorio da sempre “di frontiera”, scosso da povertà ed emigrazione, che riuscirono a trattenere alcune delle forze più produttive della Calabria e a limitare fenomeni di sradicamento e di abbandono delle campagne, anche attraverso l’attenzione con cui si guardava agli studi, alla cultura, in un territorio che, all’Unità d’Italia contava quasi l’85% di analfabeti.

Nel 1898 la durata del Consiglio fu portata a sei anni col rinnovo, ogni tre anni della metà dei Consiglieri, mentre la Deputazione si rinnovava interamente ogni tre anni.

Nel 1915 il testo unico della legge comunale e provinciale stipulò che i membri sia del Consiglio che della Deputazione dovessero essere eletti ogni quattro anni.

Fu però nel Ventennio che intervennero i mutamenti più radicali: fu eliminata del tutto la fase elettiva ed il Consiglio e la Deputazione furono sostituiti da un Rettorato ed un Preside di nomina regia.

Nel Dopoguerra si ritornò agli istituti democratici, prima con la creazione della Delegazione e successivamente col ripristino del Consiglio Provinciale e poi con la creazione della Giunta Provinciale che andò a sostituire la vecchia Deputazione.

Il Presidente della Provincia veniva eletto dai Consiglieri e ricopriva la carica sia di Presidente del Consiglio che di Presidente della Giunta.

Il mutamento definivo intercorse con legge del 25 marzo 1993 che ha stabilito la elezione diretta a suffragio universale dei Presidenti delle Province e dei Sindaci.