Smacco al clan dei Casalesi, 35 gli arresti tra cui un calabrese
I carabinieri del reparto territoriale di Aversa e del comando provinciale di Caserta in un'ampia operazione antidroga hanno arrestato 35 esponenti di spicco e di vertice del clan dei Casalesi riferibile al gruppo Schiavone - Bidognetti. I destinatari del provvedimento rispondono di pesanti accuse tra le quali associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsione, usura, traffico di droga, armi. Per l'operazione, denominata "ultimo atto", sono impiegati circa 200 militari con il concorso degli elicotteri del servizio aereo dell'Arma.
Trentasei in tutto sono gli indagati e meta' di questi si trova gia' in carcere. L'inchiesta e' scaturita da accertamenti tecnici relativi ad altre nel novembre 2005 e abbraccia un arco temporale che arriva fino a marzo 2011. Le indagini dicono che era Nicola Gagliardini, uno dei destinatari dei provvedimenti restrittivi, ad agire quale mandante e beneficiario dell'attivita' illecita dello spaccio seguita personalmente nelle fasi di approvvigionamento e gestione dei corrieri e degli spacciatori, mentre il fratello Mario era il suo alter ego nei periodi di detenzione. Angelo Rucco - gia' condannato il 26 ottobre scorso nel maxiprocesso a Setola per il tentato omicidio di Salvatore Orabona e Pietro Falcone - era l'esecutore materiale dello smercio al dettaglio della sostanza stupefacente che gli era stata fornita dai Gagliardini i quali mettevano a disposizione l'autovettura per la vendita. Il traffico passava poi nelle mani di Salvatore De Santis e Giuseppe Barbato, anche lui imputato nel maxiprocesso Setola; Alessandro Abbamundo e Fabio Abate avevano, infine, la funzione di corrieri per il trasporto fuori regione, in particolare in provincia di Cosenza e in Emilia Romagna. Tra gli arrestati, anche Fabio Gerundino, residente a Cassano allo Ionio, in Calabria. In una perquisizione a casa dei fratelli Angelo e Alessandro Rucco, i carabinieri in una occasione trovarono dosi di droga in giardino, sotto una felce e alcune foglie secche. A svelare i meccanismi dello spaccio sono stati 7 collaboratori di giustizia, tra i quali spuntano i nomi di Oreste Spagnuolo, Giovanni Mola, Francesco Diana, Emilio di Caterino e Luca Mosca. I pm antimafia napoletani hanno anche ricostruito la 'cupola' del clan sul territorio, i cambiamenti di assetti organizzativi nel tempo, il ruolo di esattori del 'pizzo' per conto dei Bidognetti sul territorio dei fratelli Gagliardini, che custodivano anche armi e veicoli rubati per i capi dei Casalesi, nonche' le modalita' di episodi criminosi come l'omicidio nel 2003 di Giuseppe Caiazzo.