Omicidio duro, per sabato attesa la sentenza

Catanzaro Cronaca

E' prevista per sabato la sentenza del giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro nei confronti dei cinque imputati maggiorenni accusati dell'omicidio di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso a Catanzaro il 17 giugno 2010, davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo. Davanti al gup che sta celebrando i giudizi abbreviati, oggi pomeriggio hanno terminato le proprie arringhe gli avvocati difensori degli imputati. Lo scorso 31 ottobre, invece, e' stata il pubblico ministero Simona Rossi a tenere la propria requisitoria, conclusa con una richiesta di condanna a 30 anni di reclusione per ciascun indagato, seguita dal difensore di parte civile, l'avvocato Valerio Murgano - che rappresenta la madre della vittima, le due sorelle, e la futura moglie di Duro mamma del loro bambino -, il quale ha concluso chiedendo, come il pm, di riconoscere gli imputati colpevoli, e di condannarli a risarcire un milione e mezzo di euro di danni a testa alle parti civili.

Per l'omicidio di Nicola Duro è stato imputato anche un minorenne, già giudicato e condannato a 12 anni di reclusione in primo grado il 9 febbraio 2011, poi ridotti a 10 anni in appello il 26 settembre scorso. Il gup Macri', invece, sta giudicando Donato Passalacqua, 41 anni, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante dell'omicidio Duro; sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni; il figlio della coppia, Antonio Passalacqua, di 19 anni, che avrebbe sparato a Duro come lui stesso ha ammesso in aula lo scorso 27 luglio; e poi ancora Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro e' stato ucciso; e Domenico Romagnino, che assieme al minorenne M. P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua per una ricompensa di 600 euro. Secondo la pubblica accusa Nicola Duro e' stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro. I suoi parenti - cioe' i familiari di Donato Passalacqua, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale -, sempre stando all'ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioe' proprio Nicola Duro.