Nucera: “Meno danni per la scuola pubblica”

Reggio Calabria Attualità

Riceviamo dal Vicepresidente del Consiglio Provinciale di Reggio Calabria, Giovanni Nucera una nota, indirizzata al Presidente della Provincia, Giuseppe Raffa, al Presidente III Commissione, Sandra Polimeni, ed ai capogruppi, sulla proposta del piano di dimensionamento scolastico fatto dalla Provincia.

"La proposta di Piano di dimensionamento fatto dalla Provincia di Reggio Calabria non può che essere un punto di partenza e va discusso e socializzato in modo da renderlo il più possibile vicino alle esigenze della collettività, per una scuola di qualità.

Non c’è dubbio che il dimensionamento è un fatto estremamente negativo perché taglia posti di lavoro su tutto il territorio nazionale , con la chiusura e l’accorpamento di più di 1.130 scuole, la soppressione di altrettanti posti di dirigente scolastico e DSGA e la cancellazione di più 1.765 posti di Collaboratori Scolastici . Sopprimere inoltre una direzione didattica o una presidenza e farne un istituto comprensivo, accorpare un ufficio di segreteria ad un altro, mettere insieme consigli di circolo o d’istituto, far dialogare due o più collegi docenti che hanno alle spalle, magari, una storia ultratrentennale di riunioni, discussioni, articolazioni in commissioni o gruppi di lavoro, realizzazione di progetti educativi e tante altre attività, sembrano operazioni facili, provvedimenti soltanto amministrativi. Non è così.

In ogni scuola ci sono diversità di abitudini, di stili e regole di lavoro, di modi di programmare e progettare l’azione educativa, di organizzarsi e realizzare le norme generali.

Inoltre con Istituti Comprensivi diffusi su un territorio vasto viene meno la figura e il ruolo del dirigente attivo, capace di visitare i plessi scolastici, di seguire la vita delle classi, di occuparsi degli alunni in difficoltà, di contribuire a superare situazioni di crisi nel rapporto educativo e a impostare relazioni positive, di stimolare la progettazione didattico-educativa nei gruppi di lavoro dei docenti.

Al Dirigente scolastico viene invece attribuita una funzione meramente burocratica e amministrativa che non prevede interventi nella progettazione pedagogica e didattica e per la quale non serve il rapporto con il personale (a questo punto potrebbe andare in porto l'idea malsana che vuole il Dirigente scolastico reclutato non più dalla docenza ma da tutti i laureati assunti nel pubblico impiego)

Prefigurare la costituzione di Istituti "mostri" la cui gestibilità è di dubbia efficacia cozza inoltre sull’idea che ha portato alla nascita degli Istituti Comprensivi che era quella di progetto didattico che fa della continuità tra il primo e il secondo ciclo un punto qualificante dell'intera struttura formativa e non può essere contraddetto da una concreta ingestibilità sul piano organizzativo che punta invece ad una moltitudine di plessi, piuttosto che ad una istituzione organicamente inserita nel territorio

Occorre quindi darsi dei criteri per evitare danni irreparabili.

Sono tre i criteri che occorre seguire per fare una proposta che faccia meno danni alla scuola pubblica:

a) la continuità territoriale. Non si possono mettere insieme, scuole che si trovano ai lati opposti della città o in paesi molto distanti l’uno dall’altro;

b) la continuità educativa. E’ vero che una famiglia iscrive il proprio figlio nella scuola che reputa migliore; è altrettanto vero, però, che tra i vari ordini di scuola su un territorio c’è continuità di passaggi, flussi d’iscrizione che si dirigono in maggioranza verso una scuola o l’altra.

c) Rispettare l’attuale composizione delle istituzioni; nel senso di aggregare, per quanto possibile, in toto Circoli ed istituti. In fondo vi sono storie, consuetudini, memorie di dibattiti, progetti formativi svolti in comune. Prima di smembrare questa o quel plesso da un Circolo o da un istituto, è necessario compiere un’attenta valutazione della situazione.

Il dimensionamento delle istituzioni scolastiche autonome è una operazione che deve comunque garantire la presenza diffusa sul territorio delle scuole statali, come previsto dalla Costituzione e non si può considerare solo come una operazione di tagli delle istituzioni autonome sottodimensionate visto che siamo in presenza di numerose istituzioni sovradimensionate.

Pertanto esso deve riguardare solo quelle situazioni che si trovano al di fuori dei parametri 500/900 (sia in basso sia in alto) anche per evitare che possano esistere, per ordinamento e non per emergenza scuole con dimensioni tali che giustifichino il ricorso alle reggenze

Il parametro 500/900 alunni è, a nostro parere, ottimale per ottenere un servizio scolastico che raggiunga risultati pedagogici e didattici di qualità; per questo pensiamo vada esteso a tutti i gradi di scuola. Al di sotto dei 500 alunni debbono essere salvaguardate solo le scuole situate in particolare zone (es. comuni montani) .

Proponiamo quindi che su queste basi il Piano di dimensionamento della Provincia venga ridiscusso salvaguardando la presenza capillare delle scuole sul territorio.


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