Cooperazione sociale: Vazzano sui 20 anni della legge 381/91
Riceviamo e pubblichiamo articolo di Santo Vazzano, presidente reggente di Confcooperative Calabria, sui 20 anni della legge 381/91 (Cooperazione sociale):
1991 – 2011: a vent’anni dalla legge 381/91 la cooperazione sociale ha “infrastrutturato” il welfare del Paese, ha creato diffuse reti consortili, ha dimostrato affidabilità ed efficacia nelle risposte ai bisogni della comunità puntando sulla continua innovazione sociale. Il ruolo che la cooperazione sociale ha assunto nella modernizzazione progressiva del welfare, nella capacità di dare occupazione anche a persone diversamente abili ne fa una risorsa che deve essere ulteriormente valorizzata per spendere meglio e riqualificare la spesa pubblica. Le cooperative sociali trovano la propria radice nei principi e nei valori enunciati nell’articolo 1 della legge 381/91 e perseguono “l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini” attraverso la gestione di servizi socio-sanitari ed educativi.
In questi anni la cooperazione sociali è diventata un importante attore del welfare infrastrutturando una serie di servizi a livello territoriale. Le modalità d’intervento sono molteplici: la gestione di servizi alla persona, comunità d’accoglienza, centri diurni, assistenza domiciliare, asili nido ed altro ancora nei settori socio-sanitario, assistenziale, educativo. Il welfare che le cooperative sociali di Confcooperative vogliono contribuire a costruire si basa su alcuni pilastri che diventano imprescindibili punti di riferimento dell’agire quotidiano e di una visione di lungo periodo. L’ossatura del nostro progetto è in tre punti fondamentali. Economia di mercato democratica e partecipata che significa accessibilità per tutti i cittadini alla sfera economica, degli scambi, della produzione, alla creazione del bene comune. Un’economia che include e non esclude, terreno di partecipazione e di crescita delle persone, finalizzata all’uomo e non alla merce, al progresso e non al capitale. Un welfare delle opportunità, dei diritti delle responsabilità che sia funzione dello sviluppo che significa un welfare organizzato per aiutare le persone ad accedere alle opportunità, a creare le opportunità, ad usare le opportunità, in modo che esse possano esercitare il diritto alla partecipazione, il diritto a concorrere al progresso economico e civile delle comunità. Etica della responsabilità individuale e collettiva, quale fondamento di libertà e partecipazione, nella politica, nell’economia, nella società. Per i cittadini significa essere destinatari delle libertà, dei diritti, delle opportunità e allo stesso tempo esserne autori. Per la politica e l’economia significa agire l’interesse generale contrapponendolo agli interessi particolari, mettere al centro l’uomo in quanto fine e non mezzo.