Provincia Crotone: Lentini su Progetto Magna Graecia
“La lunga discussione svoltasi nei giorni scorsi in seno al Consiglio comunale di Crotone sull’adesione alla società “Magna Grecia”, che nasce su iniziativa della Giunta regionale per la gestione di tutto il patrimonio archeologico della Calabria e di quanto è ad essa connesso (eventi, pubblicazioni, strutture, didattica) è un fatto da valutare positivamente perché dimostra la sensibilità diffusa esistente sulla tematica e la consapevolezza che il nostro patrimonio archeologico e culturale, insieme a quello ambientale e paesaggistico, è la risorsa più concreta di cui disponiamo per avviare una fase di sviluppo che rispetti e valorizzi le vocazioni del territorio. - È quanto si legge in una nota stampa di Giovanni Lentini Assessore provinciale alla Cultura di Crotone - Proprio per questo è giusto che certe decisioni vengano assunte dopo adeguata riflessione, coinvolgendo le istituzioni che rappresentano la volontà popolare, ma anche la società civile e gli operatori a vario titolo impegnati nelle attività più direttamente legate alla tutela e alla promozione di questo grande e straordinario patrimonio. In questo caso è bene evitare superficialità, frette inopportune, inutili sovrapposizioni di organismi spesso improduttivi ma costosi per le casse pubbliche.
E’ sorprendente - si legge nella nota - che, nella fase preliminare alla procedura deliberativa e nella stessa configurazione della costituenda “società in house”, la Regione abbia escluso la partecipazione di Enti territoriali fondamentali quali le province; ed è a mio avviso sbagliato che in un percorso che si prefigge l’obiettivo di ottimizzare la gestione del patrimonio archeologico regionale non venga contemplato il concorso dei privati. E’, invece, fondamentale sia per le attuali, drammatiche ristrettezze delle finanze pubbliche, che impongono il reperimento di risorse per vie nuove e creative, sia per la necessità di offrire all’iniziativa privata altre opportunità di investimento e di ricerca, sia, infine, per dare la possibilità ai giovani di mettere alla prova le loro conoscenze e il loro talento, evitare il rischio di riprodurre antistorici “carrozzoni” di spesa pubblica e di riproporre in piccolo un neo centralismo regionale che mal si concilia con l’esigenza di dare ampia autonomia ai territori rendendoli partecipi e responsabili della costruzione del loro futuro. Bisogna semplificare, avvicinarsi ai cittadini, combattere la logica delle quote di partecipazione e di rappresentanza che sono l’immagine più forte del tempo che fu. Si commette l’errore di procedere senza un’adeguata conoscenza di quanto già è stato fatto, di quanto già esiste e ha dato prova di capacità e di competenza.
La Provincia di Crotone su questi due aspetti -autonomia territoriale e coinvolgimento dei privati- intende portare avanti con convinzione una motivata iniziativa politica e culturale. Del resto, proprio la valorizzazione e la promozione delle risorse culturali, ambientali, archeologiche, paesaggistiche e naturali sono una scelta qualificante e centrale del programma e dell’operato dell’Amministrazione provinciale. Ricordo, infine, che da tempo è costituita presso la Provincia, con la compartecipazione di soggetti pubblici e privati, la Fondazione “Odyssea”, a cui è stato conferito il compito statutario di gestire strutture culturali pubbliche, eventi, attività museali, risorse umane. E’ giusto ed opportuno, anche per farne uno strumento in cui tutti i diversi livelli potenzialmente interessati possano riconoscersi, che si arrivi a modificarne il nome. La proposta che si avanza è quella di intitolarla a Pitagora e che la composizione possa essere rivista alla luce di nuove adesioni e partecipazioni. Come sempre, siamo per la politica del coinvolgimento e non dell’esclusione, perché questa è la vera forza di un territorio piccolo, che può difendersi solo partendo dalla propria unità. Ma sarebbe auspicabile che la Regione tenesse conto, nel momento in cui promuove e attua determinati programmi, di quanto già esiste e del ruolo di tutte le istituzioni locali. E’ bene ribadire che ad una prerogativa delle nostre funzioni non rinunceremo mai: le decisioni che riguardano la nostra provincia, cosa e come farlo, le prendono le classi dirigenti della provincia stessa, senza deleghe e senza espropri ingiustificabili. Non abbiamo la vocazione dei “pupi” i cui fili vengono mossi da altri”.