Omicidio Duro a Catanzaro, cinque condanne
Tre condanne a trenta anni di reclusione, due a sedici anni, cospicue provvisionali alle parti civili e l'arresto immediato dell'unica imputata in libertà. Sono questi i contenuti della sentenza emessa oggi dal giudice dell'udienza preliminare di Catanzaro nei confronti dei cinque imputati maggiorenni accusati dell'omicidio di Nicola Duro, idraulico incensurato di 26 anni, ucciso a Catanzaro il 17 giugno 2010, davanti un bar di viale Isonzo, nella zona sud del capoluogo calabrese. Il giudice Tiziana Macrì, al termine dei giudizi abbreviati che sono valsi agli imputati lo sconto di pena di un terzo - evitando a tre di loro l'ergastolo - ha letto il dispositivo della propria sentenza, scatenando il pianto della mamma della giovane vittima dell'omicidio presente in aula, con la quale ha condannato a trenta anni di reclusione, proprio come richiesto dal pubblico ministero Simona Rossi, Donato Passalacqua, 41 anni, ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, a Catanzaro, accusato di essere il mandante dell'omicidio Duro; sua moglie Ornella Bevilacqua, 38 anni; il figlio della coppia, Antonio Passalacqua, di 19 anni, che avrebbe sparato a Duro come lui stesso ha ammesso in aula lo scorso 27 luglio.
Sedici anni sono stati inflitti invece a Samuele Pezzano, 21 anni, che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro e' stato ucciso, e Domenico Romagnino, che assieme al minorenne M. P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua per una ricompensa di 600 euro. Alle parti civili, difese dall'avvocato Valerio Murgano - che rappresenta la madre della vittima, le due sorelle, e la futura moglie di Duro mamma del loro bambino -, saranno risarciti i danni da liquidare in sede civile, ma intanto il gup ha riconosciuto provvisionali per 40.000 euro alla neo mamma compagna di Duro, e 20.000 ciascuno alle altre donne. Il giudice depositerà le motivazioni della sentenza entro 90 giorni e poi i difensori degli imputati (tra cui gli avvocati Antonio Ludovico, Salvatore Staiano, Maria Aiello, Piero Chiodo, Giovanni Le Pera, Piero Mancuso) ricorreranno in appello.
Poco dopo l'emissione della sentenza, infine, gli uomini della Squadra mobile diretti da Rodolfo Reperti hanno eseguito l'ordine di cattura a carico di Ornella Passalacqua, l'unica che si trovava in libertà dopo la scarcerazione disposta dal tribunale del riesame lo scorso 15 luglio, e che invece è tornata in custodia cautelare in carcere. Lei, come tutti gli altri, era inizialmente finita in cella nell'ambito dell'operazione "Cross revenge", scattata ad opera della Squadra mobile all'alba del 3 luglio per l'esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del pm Rossi. Secondo la pubblica accusa Nicola Duro e' stato ucciso per una vendetta trasversale, ideata da una famiglia rom di Catanzaro, per lavare l'onta di una relazione extraconiugale della figlia, rimasta incinta di un minorenne con il quale avrebbe avuto una storia nonostante fosse sposata con un altro.
I suoi parenti - cioè i familiari di Donato Passalacqua, padre della ragazzina rom rimasta incinta dopo la relazione extraconiugale - sempre stando all'ipotesi degli inquirenti, avrebbero deciso di vendicarsi colpendo a morte il fidanzato di una zia del ragazzino padre del figlio illegittimo, anche lei incinta e prossima al matrimonio, e cioè proprio Nicola Duro. Per l'omicidio e' stato imputato anche un minorenne, già giudicato e condannato a 12 anni di reclusione in primo grado il 9 febbraio 2011, poi ridotti a 10 anni in appello il 26 settembre scorso.